Il tartufo bianco umbro forse non raggiungerà le quotazioni del tartufo bianco di Alba, punto di riferimento nazionale, battuto all’inizio del mese, durante la proclamazione di Alba da parte dell’Unesco a “Città Creativa per la Gastronomia”, allo storico prezzo di 6 mila euro al chilo, ma è ufficialmente chiaro, anche in base a quanto riferito da ristoratori e commercianti, che anche in Umbria il prezzo del “Tuber Magnatum Pico” ha raggiunto nelle settimane passate livelli mai toccati fino ad oggi.
Ciò che infatti è certo è che i prezzi del tartufo bianco, di qualsisi provenienza esso sia, sono letteralmente schizzati alle stelle in questo inizio di stagione. Un’analisi riportata anche dalla Coldiretti riferisce come il prezzo del pregiato tartufo si impenni negli anni meno favorevoli alla sua raccolta: il prezzo ha infatti toccato punte di 4500 euro al chilo del 2007, di 5mila euro del 2012, per pezzature medie attorno ai 20 grammi, e in questo 2017 poco piovoso, le quotazioni “natalizie” supereranno senza dubbio i massimi storici. Colpa quindi delle condizioni climatiche poco favorevoli, tra caldo e siccità anomali che si sono protratte fino a oltre metà ottobre. Le ultime piogge inoltre, al contrario di quanto si possa pensare, poco incideranno rispetto alla futura disponibilità del “Tuberum Magnatum Pico”, che come tutti i tartufi inizia a svilupparsi dai 6 agli 8 mesi prima di quando giunge a maturazione. Il tartufo, infatti, spiega Coldiretti, “si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione“, quindi i danni fatti dal caldo estivo risultano irrecuperabili per la produzone di quest’anno. Tali piogge però hanno il merito di portare a maturazione quei pochi tartufi già presenti nel sottosuolo, creando in questo momento una disponibilità superiore a quella di inizio stagione, che sta di fatto addolcendo il prezzo del momento di circa un 20/25% rispetto alle quotazioni iniziali.
Il listino di riferimento
Questo momentaneo abbassamento ha riguardato diverse mostre, sagre e manifestazioni dedicate a sua maestà il tartufo che, riferisce sempre Coldiretti, coinvolgono in Italia circa 200.000 raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti, per un business stimato attorno al mezzo miliardo di euro, tra tartufo fresco e trasformato. Per quanto riguarda il listino aggiornato alla
scorsa settimana, per il tartufo bianco pregiato, si parla, per il consumatore, di 2000 euro al chilo per la pezzatura piccola (da 10 a 19 grammi), di 2750 euro per la media (da 20 a 49 grammi) e di 3500 euro per quella grande (da 50 grammi a salire). I prezzi, riferisce il listino ufficiale, sono indicativi e al chilo, calcolati in base alla media nazionale partendo dai prezzi al pubblico solo ed esclusivamente sul territorio Italiano, quindi, possono differire rispetto a quelli di mercato del 20/25% circa in più o in meno tra le varie regioni italiane.
Ristoratori preoccupati
A fronte di listini con questi prezzi, comunque molto elevati, c’è preoccupazione da parte dei ristoratori umbri, in particolare per la conservazione dei tartufi acquistati e in vista del Natale. C’è infatti chi riferisce come, nonostante quello umbro sia uno dei mercati più vivi e interessanti per il tartufo, sia difficile “vendere al cliente un piatto di tagliatelle al tartufo a 40 euro“. C’è chi pensa di fare un po’ di scorta adesso per non trovarsi sprovvisto sotto Natale, periodo i cui le quotazioni raggiungeranno i livelli più elevati, affrontando però la problematica della conservazione, che nasconde sempre delle insidi e c’è chi spera in un fine Novembre freddo e piovoso, che potrebbe riservare ancora delle sorprese, risollevando il mercato.
Il Tartufo di Valtopina
E anche in Umbria si è si sta svolgendo la 38esima mostra mercato del Tartufo in Valtopina, inaugurata sabato 18 novembre, e che proseguirà ancora il 19, 25 e 26 novembre. Grande protagonista è anche in questo caso un esemplare Tuber Magnatum Pico, un tartufo bianco di 455 grammi, il più grande della mostra, scovato sull’Appennino abruzzese. “Ci troviamo di fronte a un esemplare veramente straordinario – ha spiegato Giancarlo Picchiarelli, vicepresidente dell’Associazione nazionale città del tartufo –. Credo che sia un buon segnale perché finora tutte le realtà fieristiche hanno lamentato proprio la scarsità di tartufo, soprattutto del bianco, a causa della siccità che c’è stata. La presenza di questo esemplare bianco ci ridà fiducia”. “Il prezzo per una pezzatura del genere – ha aggiunto Picchiarelli – si aggira sui 6mila euro al chilo, che è un po’ il prezzo ufficiale in generale. È chiaro che per le pezzature più piccole, che sono poi quelle maggiormente utilizzate in cucina, si scende anche a un terzo di questa cifra, al chilo, per cui non è detto che sia poi così irraggiungibile”.
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