La tariffa puntuale, approvato nella seduta del consiglio comunale del 31 dicembre 2020, cambia in modo sostanziale la gestione dei pagamenti del servizio di smaltimento rifiuti. Fino ad ora il Comune incassava il tributo e pagava le fatture al gestore e si faceva carico del contezioso. Con il nuovo sistema si avrà una tariffa gestita direttamente dal concessionario.
Sulla questione è intervenuto il Comitato No Inceneritori che avanza più di un dubbio riguardo i potenziali benefici della tariffa puntuale: “Non basta enunciarla perché sia realtà – spiega il Comitato – Se infatti non si lavora nel miglioramento della raccolta differenziata, intercettando bene l’organico e riducendo gli imballaggi, a valle della raccolta avremo molto indifferenziato e molto sporco. Non abbiamo fatto in tempo a festeggiare Terni come primo centro urbano (piccoli centri hanno percentuali più alte) della regione con la percentuale di differenziata più alta, che arriva la mannaia sul grande e importante sforzo della città per uscire da una “monnezzopoli” infinita fatta di inceneritori e discariche”.
Secondo il Comitato, tornare alle isole ecologiche “solo per l’indifferenziato” significherebbe spingere a conferire troppi rifiuti nel cassone grigio anziché differenziarli, ritrovandosi grandi volumi di rifiuti a valle e “facendo felice Acea con la sua discarica di Orvieto e chissà per il suo inceneritore ternano” – si legge nella nota.
Sempre secondo il Comitato, vista l’attuale organizzazione della raccolta, i condomini non avrebbero comunque beneficiato della nuova Tariffa Puntuale e questa “nuova soluzione”, di fatto, non cambierebbe le carte in tavola. “Tanto indifferenziato prima (basta leggere i dati o parlare con gli operatori addetti alla raccolta), tanto anche adesso con le isole ecologiche. Ecco fatto. Dopo anni di sforzi si torna indietro – spiega il Comitato – e ancora, dal 2014 anno di aggiudicazione dell’appalto che durerà fino al 2029, non si è studiato una modalità di estensione del porta a porta ai condomini”.