Il Tar dell’Umbria ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal legale di Sandro Zengoni, il titolare dell’omonimo ristorante della discoteca Etè su cui pende la sospensione della licenza per svolgere attività di musica e ballo disposta dal Comune di Spoleto. Il noto ristoratore nei giorni scorsi (clicca qui), si era appellato ai giudici amministrativi impugnando il provvedimento emesso dal municipio che ha così sospeso la possibilità di svolgere serate musicali e danzanti non solo all’aperto – sotto il megagazebo risultato abusivo – ma anche all’interno dello stesso ristorante. Soddisfatti i vertici del comune che si erano affidati al proprio ufficio legale interno (la causa è stata seguita dagli avvocati Giulio Massi e Monica Picena) che ieri ha dibattuto la vicenda convincendo il Tar. Si può quindi considerare conclusa, prima ancora di esser partita, la stagione dell'Etè Disco, a meno che l'imprenditore spoletino non decida di demolire il gazebo (soluzione che consentirebbe l'annullamento del provvedimento di sospensione della licenza).
Ancora guai – ma non è solo la megapagoda ad impensierire il dinamico imprenditore. Ieri l’altro, infatti, si è aperto il processo davanti al Tribunale di Spoleto che vede Zengoni imputato di altri manufatti costruiti abusivamente. Si tratta in paricolare di una tettoia con struttura in pilastri e travi di legno e copertura in tegole di circa 27 mq, dell’ampliamento del fabbricato principale adibito ad albergo-ristorante per circa 132 metri cubi di volumetria, un magazzino posizionato sul retro di ca. 60 mq e, per finire, l’area posta sul retro del fabbricato principale rivestita da uno strato di asfalto. Imputati con Zengoni, che il pm Casucci ha individuato quale “comproprietario, committente e coesecutore delle opere abusive”, anche due sue congiunte (comproprietarie dell’area) e il titolare della ditta di Foligno che ha eseguito le opere. L’udienza è stata subito sospesa dal giudice Laudenzi che l’ha rinviata al 4 marzo 2014.
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