Non si arresta il progetto del Governo italiano e della società Tap (la Trans Adriatic Pipeline) per la costruzione del metanodotto che, dall’Azerbaijan, porterà il gas sulle coste della nostra penisola, attraverso Grecia e Albania. La notizia è arrivata con l’ultimo Consiglio dei Ministri del 7 agosto: “su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, il Governo“, si legge in una nota di Palazzo Chigi, ha infatti deliberato “l’autorizzazione a proseguire le opere inerenti al progetto di realizzazione di un metanodotto di interconnessione TAP nella regione Puglia, nel tratto che interessa il territorio di Melendugno fino al nodo di connessione con la rete nazionale gasdotti nel territorio di Mesagne”.
Proprio da Mesagne, secondo il tracciato nazionale, il metanodotto, come un serpente, dovrebbe risalire la penisola, attraversando anche Umbria e Abruzzo, fino ad arrivare a Minerbio, in Emilia Romagna. Il cantiere è gigantesco ed è diviso in cinque progetti tra loro autonomi: Massafra-Biccari (194Km), Biccari-Campochiaro (70Km), Sulmona-Foligno (167Km), Foligno-Sestino (114Km), Sestino-Minerbio (142Km). Il tubo di 1,2 mt, posto a 5 mt di profondità, necessita di una servitù di 40 mt per la posa del tubo, e la costruzione di strade per consentire l’accesso dei mezzi ai cantieri.
Il fronte sindacale – Nei giorni scorsi, inoltre, il Governo aveva riunito le società Tap e Snam, insieme alle parti sociali, per chiedere di investire sul territorio e garantire uno sviluppo sostenibile nel Salento, insieme allo sviluppo dell’opera che dal 2020 porterà il gas azero in Italia attraverso Albania e Grecia. Il governo ha riconvocato il tavolo per inizio settembre e per questo secondo giro la Cgil auspica di vedere al tavolo anche gli “attori istituzionali salentini” perché “la partecipazione, la condivisione e il coinvolgimento del territorio sono per la nostra organizzazione fondamentali”, sottolinea il sindacato.
Gli ultimi scontri si sono registrati lo scorso 4 luglio, quando alcuni manifestanti hanno tentato di fermare i camion, pronti a trasportare gli ulivi dopo l’espianto. Proprio a seguito di quei blocchi, sono fioccate le multe nei confronti degli attivisti. Un primo conto, notificato dallo Stato, per sanzioni da 2.500 a 10mila euro, a chi ha rallentato i lavori di espianto degli ulivi dal cantiere di località San Basilio e sistemazione alla Masseria del Capitano. Una questione sulla quale vogliono vederci chiaro i parlamentari del M5s, Barbara Lezzi, Maurizio Buccarella e Diego De Lorenzis. Presentata a riguardo un’interrogazione parlamentare.
Ad aumentare la temperatura, la cattura del 3 agosto di Pierloreto Fallanca, 30enne di Martinsicuro. Gli agenti della Digos di Lecce lo hanno trovato a “La Caura”, spazio occupato a Roca, località marittima frazione di Melendugno, che ospita anche alcuni degli attivisti legati alla lotta al metanodotto Tap. Fallanca, insieme ad altre quattro persone, è accusato di aver preso parte all’attentato alla libreria “Il Bargello” di Firenze. Un collegamento, quello dell’anarchico con i No Tap, che, sotto questa luce, sfalderebbe il movimento. Durante la conferenza stampa per la cattura del 30enne, il questore di Lecce, Leopoldo Laricchia, a proposito della Tap, ha invitato amministratori e politici a “non schierarsi contro le istituzioni dello Stato. Occorre prima di ogni protesta documentarsi e avere un’adeguata preparazione giuridica“.
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