Si infittisce giorno dopo giorno la questione dei tamponi cosiddetti “fai da te”.
Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha emesso un’ordinanza con cui di fatto stabilisce la sospensione dell’accordo, intervenuto a dicembre, tra Regione Emilia-Romagna e farmacie per l’esecuzione di test antigenici rapidi direttamente ad opera del paziente sotto la mera supervisione del farmacista.
“Il test rapido con prelievo nasale per la rilevazione dell’antigene del coronavirus – spiega il Consiglio di Stato – deve essere eseguito direttamente da personale abilitato, nel quale va ricompreso il farmacista.”
Peraltro, grazie ad un recente accordo tra le associazioni delle farmacie e la Regione Umbria, i farmacisti sono stati coinvolti in un importante screening rivolto alla popolazione studentesca ed al personale scolastico che potranno effettuare gratuitamente il tampone con cadenza settimanale.
Ciò testimonia che anche le istituzioni locali riconoscono quanto sia importante che il test venga eseguito, refertato e comunicato telematicamente alle autorità sanitarie da un professionista sanitario qualificato.
“Accogliamo con favore questo provvedimento del Consiglio di Stato – commenta il presidente dell’ordine dei Farmacisti della Provincia di Perugia Filiberto Orlacchio – che rimette ordine in una materia in cui si stava ingenerando confusione con conseguenti rischi per la popolazione. Rappresenta un dato di fatto incontrovertibile, come detto dal Consiglio, che i test effettuati direttamente dai cittadini, per quanto sotto la supervisione di un sanitario, determinano una inevitabile incertezza con gravi rischi per la salute pubblica poiché possono portare a falsi negativi e al mancato isolamento di soggetti affetti dal virus, facendo cadere la doverosa tracciabilità”.
C’è però poco spazio per esultare perché a stretto giro è stata diffusa dalla stampa nazionale la notizia secondo cui è pronto ad arrivare anche nei supermercati il kit per il tampone rapido da effettuare a casa senza il controllo e l’ausilio di alcun professionista della sanità.
Il kit, prodotto in Cina e distribuito in Europa da una società austriaca, ha ottenuto la certificazione CE con conseguente avvio della commercializzazione in vari mercati europei. Nei giorni scorsi il prodotto è stato inserito nell’elenco dei dispositivi medici del ministero della Salute.
“Siamo profondamente preoccupati per questa decisione di commercializzare il kit fai da te – continua Filiberto Orlacchio – che , peraltro, contrasta in maniera evidente con quanto stabilito dal Consiglio di Stato nell’ordinanza citata. E’ evidente che affidare l’effettuazione di test rapidi agli stessi cittadini e non ai professionisti della sanità può determinare falsi risultati e, soprattutto, impedisce di garantire la tracciabilità degli eventuali positivi, lasciando ogni decisione al libero arbitrio delle persone. In questa situazione pandemica è necessario proteggere la salute pubblica ed affidarsi a coloro che hanno specifiche competenze sanitarie, evitando di lasciare gli utenti da soli. Mi auguro quindi che questa scelta di commercializzare il kit fai da te venga rivista quanto prima e rivolgo un invito ai cittadini a rivolgersi ai propri farmacisti di fiducia per effettuare i test rapidi in totale sicurezza ed a costi contenuti”.