Negli ospedali vengono effettuati troppi parti cesarei. L’Umbria ha dati migliori rispetto ad altre regioni italiane e in generale rispetto alla media nazionale che si attesta attorno al 38% (valore ben al di sopra di quanto raccomandato dall’OMS); ma anche qui i tagli cesarei sono sempre troppi, considerato che buona parte non sono necessari e che esistono dei margini di miglioramento dell’appropriatezza su cui poter lavorare. Di questo, delle motivazioni e degli interventi per contenere la troppo diffusa pratica del parto cesareo si parlerà durante il convegno “Il Taglio Cesareo nell’USL Umbria1dall’epidemiologia all’appropriatezza” organizzato dalla USL Umbria 1 in collaborazione con l’Azienda ospedaliero-universitaria di Perugia. L’appuntamento è il 9 settembre 2013 nell'Auditorium S. Antonio a Città di Castello (ore 8.30 – 17).
Il convegno, al quale parteciperanno numerosi specialisti dell’azienda Usl Umbria 1 e dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Perugia, avrà un ospite d’eccezione come Michael Robson, professore e consulente in ostetrica e ginecologia del National Maternity Hospital di Dublino, Irlanda, famoso in tutto il mondo per aver messo a punto un metodo utile per valutare in quali e quanti casi, in Italia e nel mondo, vengono eseguiti i cesarei non indispensabili, e per indicare precisamente i casi in cui è non solo possibile, ma raccomandabile e necessario ridurre i tagli cesarei. Tra gli argomenti trattati dai relatori rientrano la valutazione dell’appropriatezza del taglio cesareo, le criticità e il loro possibile superamento, la partoanalgesia come strumento per ridurne l’incidenza, i rischi del parto cesareo programmato dalla settimana 37-38, il taglio cesareo nell'evoluzione dell'assistenza medico-ostetrica, da intervento curativo a intervento preventivo e a scelta personale, con focus sul punto di vista del ginecologo, dell’ostetrica e delle utenti. Il convegno offrirà quindi l’occasione per capire come fare una reale e definitiva inversione di tendenza rispetto alla riduzione dei tagli cesarei, che è uno degli obiettivi condivisi riconosciuto come uno dei target di miglioramento della sanità. Il tutto analizzando i dati del territorio.
Il fenomeno in Umbria – I punti nascita della USL Umbria 1 registrano una percentuale di tagli cesarei che si è sempre mantenuta al di sotto dei valori nazionali e, nonostante alcune variazioni, continuano ad avere il segno positivo di questo indicatore di qualità, mostrandosi in un certo modo più virtuosi rispetto alle altre strutture regionali. Ad Assisi l'incidenza per il 2011 è stata del 25.06, mentre per il 2012 del 23.95. Effettuando lo stesso calcolo per le stesse annualità, a Castiglion del Lago si passa dal 34.48 al 32.35; a Città di Castello dal 34.2 al 29.5; a Gubbio e Gualdo Tadino dal 32.7 del 2011 al 35.2 del 2012; per l'ospedale della Media Valle del Tevere il risultato è di 18.22 per il 2011 e di 24.23 per il 2012.
L’azienda, peraltro, già dal 1999 si è impegnata fortemente nell’ambito del percorso nascita, con strategie di programmazione sanitaria che garantiscano l’appropriatezza clinica e l’appropriatezza organizzativa. Gli obiettivi di qualità e sicurezza vengono perseguiti nel rispetto della fisiologia e della naturalità dell’evento parto, con conseguente de medicalizzazione dell’assistenza, secondo la medicina basata sull’evidenza.
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