Il coordinamento lavoratori precari artisti del coro, professori d’orchestra, tecnici del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e di altre manifestazioni umbre invia una nota di commento sui recenti tagli al Fus. Ecco il testo:
Ancora una beffa per il comparto spettacolo.Un ulteriore taglio al fondo unico dello spettacolo di 21 milioni.Ancora una volta a rischio lo spettacolo dal vivo anche in Umbria .Aspettiamo risposte dai candidati umbri alle prossime elezioni, quale il loro impegno sull’argomento? Ma l’Umbria non dovrebbe vivere anche di cultura?
Come se già il mondo dello spettacolo dal vivo, musica, opera, prosa, cinema , concertistica non avessero già dato e subito la crisi!! .Il Fondo statale per lo spettacolo ha subito dalla fine degli anni ‘80 una diminuzione di risorse i di circa 200 milioni di euro.(molti di più se consideriamo la normale rivalutazione e l’inflazione) Questo ulteriore taglio più che una minaccia è una conferma del disinteresse se non del disprezzo di chi ci governa e di chi ci ha governato per il settore , un disinteresse anche diffuso per settori considerati poco qualificanti per i politici in generale quali la cultura, la scuola, la ricerca che d’altra parte non sono ricompresi se non da qualcuno ma solo vagamente nelle ormai consunte e quasi ridicole “agende” dei candidati alle prossime elezioni.
Poche le voci dei politici a stigmatizzare il comportamento del Governo; tra le poche abbiamo registrato a dir il vero quella di Matteo Orfini, responsabile nazionale per la cultura del PD. Un po’ poco però.
Un taglio che avviene , guarda caso a sorpresa, nel periodo di latitanza politica(non è che in questi anni si sia avvertita una presenza politica forte e qualificata al Mibac,) e subito dopo dichiarazioni di soddisfazione espresse a piena voce dai vertici del Ministero dei beni e delle attività culturali che parlavano sino a pochi giorni fa di tenuta del sistema e dei fondi dello spettacolo. La volontà è certa e cioè quella di smantellare il sistema spettacolo da parte dello Stato, della struttura statale che ha già fatto scelte ben precise. Un lavoro chirurgico.
Smontare il tutto per lasciare forse solo qualche santuario che per ragioni anche di opportunità politica è bene lasciare in piedi a discapito del sistema diffuso che esiste o esisteva e che già con difficoltà aveva cercato di reagire nel nostro paese, nella nostra regione..
Lo testimoniano tra l’altro, anche alcune precise scelte di contribuzioni straordinarie nell’anno 2012-2013, solo ad alcune manifestazioni culturali, peraltro tutte meritevoli di sostegno e attenzione e che hanno ricevuto assegnazioni apparentemente fuori dal Fondo Unico dello Spettacolo.
Se sono straordinarie perché poi diminuire il Fondo Unico dello Spettacolo?
Che giungano questi sostegni straordinari ma senza ridurre il Fondo Nazionale!
Fondo Nazionale che peraltro era stato reintegrato, dopo i colpi di scure del 2011, grazie al gravame delle accise sui carburanti, tutto sulle spalle dei contribuenti quindi. Non si capisce quindi questo taglio se contestualmente non si abbassa il prezzo dei carburanti. Perché mantenere i 3 centesimi in più ogni litro di carburante visto che erano stati introdotti per mantenere integro il contributo al FUS? Misteri ai quali davvero non si riesce a dare una risposta.
Desideriamo ricordare ai candidati alle prossime elezioni e ai politici umbri che l’Umbria potrebbe non rimanere indenne dai prospettati tagli statali allo spettacolo e che di certo tutte le manifestazioni della nostra regione potranno subire tutte un bella ulteriore sforbiciata.
Cosa ci possono rispondere i candidati umbri? Il nostro settore ha già subito tutti i tagli possibili, le nostre attività si sono già ridotte, i tecnici lavorano pochissimo, i musicisti hanno gravi difficoltà a trovare scritture, alcune imprese di servizi per lo spettacolo hanno chiuso o stanno chiudendo.
A questo punto cosa ci propongono coloro che si stanno ora contendendo gli scranni parlamentari? Quali le alternative al giusto e bello slogan che caratterizza il nostro territorio “turismo, natura e cultura”?
Pensate di lasciare solo il termine “natura”? Pensate che naturalmente si dovrebbe autorigenerare senza doverla sostenere? Come ben noto anche la natura ha delle difficoltà con tanto di dissesti idrogeologici..
Cosa hanno da dire i vertici delle Istituzioni di spettacolo umbre, come pensano di reagire? Noi abbiamo sempre fatto la nostra parte e anche questa volta faremo quello possiamo, senz’altro esprimendo per primo il nostro dissenso o il consenso con l’imminente voto .
Ma, prima del voto, attendiamo risposte e impegni concreti per il nostro settore, per la nostra attività proprio da coloro che ce lo richiedono, a partire da coloro che si presentano in Umbria. No impegno? No voto!