“E’ inconcepibile privare i nostri territori di servizi essenziali, quali quelli dei trasporti su gomma in direzione dei maggiori centri del comprensorio, tanto più in concomitanza con l’avvio della stagione estiva, che rappresenta uno dei momenti di maggior vitalità delle nostre comunità e dell’offerta turistica e culturale che siamo in grado di offrire”. Comincia così la nota congiunta dei sindaci Luigi Titta (Montefalco), Enrico Valentini (Gualdo Cattaneo), Manuel Petruccioli (Giano dell’Umbria) ed Elisa Sabbatini (Castel Ritaldi) in relazione ai tagli ai trasporti pubblici in vigore da domenica da parte della Regione Umbria.
“Colpire in questo modo piccoli Comuni, privi di infrastrutture che facilitino l’accesso ai nostri territori, quali stazioni ferroviarie, strade statali o aeroporti, né in possesso di risorse di bilancio tali da sopperire autonomamente a questa mancanza, vuol dire scegliere di mettere deliberatamente in ginocchio le aree interne a vocazione turistica e ricettiva, danneggiare le imprese che operano in questi settori, ridurne il grado di appetibilità e capacità attrattiva e vanificare gli sforzi delle amministrazioni locali per sviluppare politiche che ne esaltino vocazioni e peculiarità”.
“Ci auguriamo che il grave danno operato da un’amministrazione regionale evidentemente non in grado di programmare costi e modalità dei servizi, così come di trovare soluzioni adeguate che non ricadano sic et simpliciter sugli enti a lei sottoposti, non sia solo il preludio di quella che sarebbe una vera e propria sciagura, ossia il peggioramento della situazione in vista dell’avvio dell’anno scolastico, con nuovi o addirittura peggiori tagli e riduzioni dei servizi per studenti e pendolari nelle stagioni autunnali e invernali. In questo senso, non possiamo che unirci alle proteste avviate nei giorni scorsi dagli altri piccoli Comuni dell’Umbria, anch’essi fortemente penalizzati da questa scelta. L’auspicio – concludono – è dunque quello di utilizzare queste settimane per trovare soluzioni che non mortifichino ulteriormente gli enti locali, tanto più i piccoli Comuni attraversati da linee extraurbane e comprensoriali, ma che consentano altresì la ripresa dei servizi nella loro interezza con una modalità di risoluzione concertata e condivisa, che consenta a tutti i soggetti interessati di fare la propria parte per uscire da una crisi che non si può risolvere a colpi di delibere che scaricano il peso del proprio fallimento sugli anelli più deboli della catena”.