Categorie: Cultura & Spettacolo Perugia

Sulle tracce di Annibale / “Il fondale ha parlato” / Si cercano le armature dei legionari annegati al Trasimeno nella seconda guerra punica

Sara Minciaroni

E' entusiasmante. C'è la storia e c'è un mistero da indagare. Al loro servizio c'è la scienza. Tutti gli ingredienti giusti per un romanzo avvincente con uno dei più grandi protagonisti della storia: Annibale il cartaginese. Ma questa non è fantasia: Siamo a Tuoro questa mattina e sulle rive del Trasimeno sono arrivati dalle prime ore di luce i ricercatori del Politecnico di Torino coordinati dal professor Luigi Sambuelli del Diati (dipartimento di ingegneria dell'ambiente del territorio e delle infrastrutture).

Le analisi. Lo scopo della mattinata è quello di effettuare rilievi su acqua di “campo totale” e di “gradiente di campo totale”. In pratica viene analizzata un'area di circa 10 chilometri nella zona davanti alla zona di Malpasso – Punta Macerone per rilevare aspetti di natura antropica più che geologica. Tradotto: presenze di reperti portati dall'uomo.

La teoria di fondo parte dalla storia e si mescola alla leggenda: La battaglia del Trasimeno, svoltasi nel giugno del 217 a.C. (II Guerra Punica), vide come teatro di svolgimento, secondo la più recente ricostruzione scientifica dei luoghi della battaglia (Gambini-Brizzi, 2008), la piana di Tuoro. Polibio dice infatti che alcuni legionari tentarono di salvarsi gettandosi in acqua, ma il peso delle armature li trascinò a fondo. Di questi reperti non si son mai cercate le tracce. Almeno fino ad oggi. Ed è possibile dunque che siano custodite sotto metri di sabbie in questo tratto del lago di Tuoro, importanti testimonianze dello storico episodio.

Il fondale ha parlato. Con barche e canoe lo staff del professor Sambuelli ha battuto, attraverso l'uso di strumentazioni sofisticate, un'area di costa lunga 500/600 metri, allontanandosi dalla riva per un paio di centinaia di metri. Già dai primi rilievi è emerso che “il campo magnetico non è uniforme – come spiegato da Sambuelli – insomma non è piatto, i dati adesso andranno analizzati, ma è possibile che si tratti di elementi antropici”.

Una conferma in più. Le indagini di questa mattina vanno ad aggiungersi ad un progetto di ricerca geologico-storico-archeologico che ha visto al lavoro gli esperti del centro di ricerca ISMAR (Istituto di Scienze Marine) del CNR di Bologna dal 13 al 18 maggio scorsi e che aveva a sua volta preso il via da “un'anomalia” emersa durante la serie di studi, condotti nel 2004 e nel 2005 per conto della Regione Umbria all’interno del Progetto CARG- Cartografia geologica e geotematica del lago Trasimeno. L'anomalia è dovuta ad una concentrazione di metalli con punte massime essenzialmente localizzate nell’area compresa tra Tuoro, Passignano e Isola Maggiore. Sulla base della stima del tasso medio di sedimentazione, la profondità indiziata corrisponderebbe a circa 2 millenni fa. Queste anomalie metalliche potrebbero riferirsi alla battaglia del Trasimeno. Ed oggi le nuove analisi hanno portato ad individuare il punto dove eventualmente iniziare a scavare con maggior precisione. I rilievi fatti indicano la presenza di oggetti sepolti a profondità di qualche metro al di sotto del manto sedimentario.

Una paleo spiaggia. Una scoperta importantissima dal punto di vista archeologico. Il Trasimeno, non è altro che una paleolaguna marina, ovvero il risultato di quello che il mare ha lasciato dietro di sé ritirandosi e facendo emergere la terra nei millenni. Ed è per questo che le sue acque presentano una grande concentrazione salina, ora da questi fondali potrebbero emergere reperti di straordinaria importanza, visto che una paleo spiaggia potrebbe essersi formata più di 2 millenni fa.

Tesoro sommerso, entusiasmo alle stelle. Non certo un giorno come un altro per Tuoro , come sottolinea lo stesso Lorenzo Borgia assessore alla cultura del Comune rivierasco: “Siamo entusiasti di avere qui i massimi esperti italiani in questo tipo di indagine. Tutti gli elementi ci fanno sperare di poter iniziare gli scavi già in primavera. Sarebbe un progetto di una portata indescrivibile per un territorio che da sempre ha sentito il profumo della storia tra etruschi, cartaginesi e romani”.

Le ricerche continuano. Nel pomeriggio l'equipe composta da Serena Trippetti (Archeologa della Sovrintendenza di Perugia), Diego Franco (del Diati), Chiara Colombero (borsista dell' Università di Torino) e Stefano Gallinaro (del consorzio St – Polito), si sposterà sulla terra per analizzare due siti importantissimi come “Le Cerrete” – “Fosso Macerone”, (dove appunto nelle sue tante attività di rievocazione storica il Comune andrà a realizzare l' Accampamento – Castrum) e “Sanguineto”.