Sull’acqua di Bandecchi rischia di naufragare l’alleanza giallo-rosso-verde per le prossime regionali. Il pomo della discordia è rappresentato dal possibile accordo politico tra Alternativa Popolare e il Partito Democratico per uno scambio tra la presidenza della società di gestione del Servizio idrico integrato e la presidenza della Provincia di Terni.
Voci che hanno portato il coordinatore regionale Movimento Cinque Stelle Thomas De Luca e Gianfranco Mascia ed Elisabetta Piccolotti, portavoce Alleanza Verdi Sinistra per l’Umbria, a sospendere ogni trattativa per le prossime elezioni regionali e provinciali con il Pd “fino a che non sarà fatta assoluta chiarezza su ipotetici accordi con il partito di Stefano Bandecchi”.
“Resta la discrezionalità – evidenziano – che i gruppi territoriali, comune per comune, vorranno utilizzare in merito alla regolare prosecuzione dei percorsi in essere per le elezioni amministrative 2024”.
Ma per le regionali l’allenza a sinistra è congelata. “Noi del Movimento 5 Stelle e di Avs – scrivono i responsabili regionali – non siamo in alcun modo disponibili ad assistere ad un gioco di poltrone che non ha nulla a che vedere con gli interessi dei cittadini”.
“Il Partito Democratico umbro ci deve dire – scrivono De Luca, Mascia e Piccolotti – se intende costruire una proposta politica credibile e inclusiva, per consegnare ai cittadini umbri la possibilità di una scelta diversa rispetto al secondo mandato della Tesei, oppure vuole giocare ad improbabili geometrie politiche con il centro-ultradestra di Stefano Bandecchi. Questa seconda ipotesi, per quanto ci riguarda – avvertono – rappresenterebbe una nuova frontiera politica a cui sarebbe necessario opporre un’alternativa davvero progressista. Intendiamo chiarire in maniera inequivocabile che, se questo dovesse avvenire, sarebbe assolutamente senza l’avallo del M5S e di Avs. Coloro che in questo momento giocheranno un ruolo decisivo per scendere a patti con Alternativa Popolare, mortificando le istituzioni, non saranno più nostri interlocutori. Si fermino prima di compiere azioni distruttive del lavoro di confronto proficuo che stiamo portando avanti nel solo interesse dell’Umbria. Per quanto ci riguarda chi oggi lavora ad accordi con Alternativa Popolare si sta assumendo una responsabilità enorme che non riguarda solo i confini della propria competenza amministrativa e non potrà partecipare alla costruzione di una coalizione alternativa a quella delle destre per l’Umbria”.
E chiamano in causa la Segreteria nazionale del Pd, mettendo in guardia dalle conseguenze che la notizia di un accordo con Bandecchi potrà avere.
Per ora, da Roma, intervengono via Alto Tovere Walter Verini e Anna Ascani. Cge cadono dalle nuvole: “Non è possibile, per il Pd, ipotizzare accordi politici di qualsiasi genere con Stefano Bandecchi”.
Chiarendo poi: “Se, su un tema delicato come quello della gestione dell’acqua pubblica, è quasi obbligatorio avere confronti tra comuni interessati, è impensabile, ovviamente, stringere accordi con lui e il suo movimento. Non sarebbero neppure accordi ‘istituzionali’ perché Bandecchi, pur essendo diventato sindaco, non ha rispetto alcuno per le istituzioni. Lo hanno dimostrato gravissimi fatti avvenuti nei confronti di consiglieri comunali, giornalisti, e tante sue dichiarazioni che non hanno nulla a che vedere con un confronto democratico, pure aspro”.
“Anche per questo, e per i suoi conflitti di interesse – ricordano Verini e Ascani – nelle scorse settimane ci siamo rivolti al ministro dell’Interno Piantedosi. L’acqua, del resto, come sanno bene sindaci e amministratori, è un bene comune, pubblico, che tale deve rimanere e la gestione di questo bene deve essere affidata a persone di provata competenza e capacità tecnica e manageriale, con spiccata sensibilità ambientalista”.