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Sul riassetto delle province la sinistra vuole solo salvare le poltrone

Cla.Bi.

E' scontro tra Stefania Filipponi ed il centrosinistra, o meglio con il Partito Democratico e Rifondazione Comunista, in merito alle questioni del riordino istituzionale dell'Umbria. A mandare su tutte le furie il capogruppo di minoranza, l'approvazione della mozione della maggioranza che – di fatto – chiede il referedum popolare così come già proposto dalla stessa Filipponi.

“Sono imbonitori con la faccia di bronzo”

I componenti la maggioranza di centro sinistra, che dovrebbe governare Foligno, hanno ancora una volta dimostrato di essere soltanto degli ” imbonitori, con una incredibile faccia di bronzo”: questa la pubblica accusa. “Dopo aver respinto per due volte, la mozione di Impegno Civile, protocollata addirittura nel mese di agosto che, sul riordino delle province, chiedeva la indizione del referendum, PD e Rifondazione fanno ora a gara per attribuirsi “meriti e paternità” della scelta referendaria”.

“Coprono scelte già prese a Perugia”

In realtà la coalizione di maggioranza – prosegue la Filipponi – non vuole lasciare la parola ai cittadini ma cerca solo di gettare fumo negli occhi e, soprattutto, di guadagnare tempo, senza palesare una decisione già presa nelle stanze perugine. Altri sindaci si sono già espressi contro una soluzione ternana. Mismetti, invece è Incapace di rivendicare, con orgoglio, il ruolo di Foligno, in ambito regionale. il centro sinistra locale si trincera dietro un documento infarcito di demagogia, che da un lato appoggia il mantenimento della Provincia di Terni e dall'altro finge di essere favorevole ad indire un referendum, senza però essere in grado di spiegare ai folignati quali benefici, in termini di servizi ed infrastrutture, potrebbero derivare al nostro territorio dal mantenimento di due ambiti provinciali.

“Pensano solo a salvare le poltrone”

Probabilmente – attacca graffiante il capogruppo d'opposizione – l'unico vantaggio è la salvaguardia delle poltrone. L'importante non è, quindi, formulare proposte per lo sviluppo della città, ma attribuirsi la paternità di un referendum chiesto da altri e che in effetti non si vuole, perché potrebbe rappresentare l'ennesimo ceffone per questa amministrazione priva di idee e di proposte, che sta impoverendo Foligno.