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Suicida direttore Unicredit Narni Scalo: “Non reggo più alle pressioni dell'indagine. Mi sento perseguitato”. Sempre più drammatico il “caso” Boninsegni

Luca Biribanti
Antonio Venanzi, 43 anni, direttore dell'Unicredit Narni Scalo, ha scelto un parcheggio di Massa Martana per togliersi la vita, a quanto sembra con la pistola che deteneva regolarmente. A spiegare il gesto 3 lettere lasciate dall'uomo in cui avrebbe detto di non reggere “più allo stress dell'indagine”. La morte di Antonio Venanzi va infatti ricollegata all'inchiesta che partì lo scorso 28 luglio con il suicidio dal ponte di Augusto di Narni del commercialista Gianluca Boninsegni, e che aveva portato all'arresto di 2 imprenditori, Gianni Rossi e Andrea Palmieri.

Tra le carte e i fascicoli sequestrati dagli agenti della Squadra Mobile di Terni sembra infatti che il nome di Antonio Venanzi compaia più volte e che l'uomo abbia un ruolo chiave nelle accuse ai 2 imprenditori del settore ristorazione: istigazione al suicidio, estorsione e frode fiscale. Gli inquirenti stavano setacciando tutte le attività legate a Rossi e Palmieri che avevano svolto operazioni finanziarie, nel campo di deleghe di acquisti e vendite di titoli, con l'ausilio di Antonio Venanzi. Forse la paura di finire dentro l'indagine ha fatto scattare il raptus, anche se al momento l'ex direttore di Unicredit non risultava nel registro degli indagati. Sono stati i Carabinieri a trovarlo nella sua auto con un colpo mortale alla testa e sul sedile dell'auto 3 lettere di addio: una per la moglie, una indirizzata a un'amica e l'ultima in cui Venanzi ha spiegato i motivi che lo hanno spinto al suicidio facendo chiari riferimenti al 'caso' Boninsegni.
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