Matt Murdock, giovane non vedente, combatte l’ingiustizia di giorno come avvocato e di notte nei panni del supereroe Daredevil. È la storia fantastica prima di un fumetto e poi di un film di grande successo ma è anche la vita quotidiana di tanti ragazzi colpiti da disabilità, costretti a battersi ogni giorno contro le ingiustizie di una società ipocrita che in troppi casi li considera come persone di Serie B.
Domenica 26 gennaio a Umbertide, presso la palestra del Kodokan Fratta, si è svolto il primo corso nazionale di Difesa personale per non vedenti. Sei coraggiosi pionieri con disabilità visive sono saliti sul tappeto per dimostrare a sé stessi, e soprattutto a tutti quei ragazzi che non si sentono all’altezza, che la difesa personale può essere praticata anche dai non vedenti.
“I ragazzi che hanno partecipato a questo progetto pilota – ha spiegato Mirco Diarena, direttore tecnico dell’Asd Kodokan Fratta – non sono supereroi ma semplicemente più determinati di tanti loro coetanei. Non gli piacciono le etichette che la società superficiale di oggi gli attacca e sono pronti a dimostrare, ogni giorno, che le vere barriere sono quelle della mente e che tutto o quasi è possibile se affrontato con tenacia. In una sola giornata i ragazzi hanno appreso i movimenti fondamentali in grado di permettergli di difendersi da alcune tipologie di aggressione”.
“Non ho utilizzato nessun metodo didattico innovativo ma il programma base che viene insegnato a chiunque venga in palestra. – ha aggiunto Diarena – Il metodo di difesa judo è basato infatti sul contatto diretto con l’aggressore e a distanza ravvicinata la vista diventa un senso non fondamentale. In più i ragazzi non vedenti hanno una percezione dello spazio e degli altri talmente elevata che ha reso velocissima la fase di apprendimento dei primi movimenti rudimentali”.
Alla giornata di sport ha preso parte anche l’Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Umbertide Annalisa Mierla, che ha portato i saluti della città ai partecipanti e ha sottolineato l’importanza di fare rete tra le associazioni che propongono questi progetti, le amministrazioni e le Federazioni che si battono per i diritti dei disabili, “per permettere a tanti ragazzi e ragazze di vivere senza barriere la propria esistenza e realizzarsi in tutti campi, sportivo, sociale e lavorativo”.
L’iniziativa pilota ha permesso in un solo giorno di sgretolare la falsa supposizione che un ragazzo/a non vedente sia un facile bersaglio. Adesso gli organizzatori si stanno adoperando per riuscire a diffondere questo messaggio e far capire a tanti ragazzi con disabilità visive che i limiti esistono solo per essere superati, soprattutto se fondati su ignoranza e pregiudizio.