Oltre 20mila persone hanno visitato i Capolavori del Trecento nelle quattro sezioni della mostra tra le sedi di Trevi, Spoleto e Montefalco. Un vero successo di pubblico e di critica e grande attenzione sui mezzi di comunicazione sociale: radio, televisione, quotidiani nazionali online e carta stampata. Vasta eco anche a livello internazionale. In ultimo Vittorio Sgarbi dalle pagine de Il Giornale ha evidenziato come la bellissima rassegna, pur sviluppandosi tra piccoli centri, sia “tra le più importanti e innovative e utili agli studi, con opere di artisti che non temono il confronto con Mantegna e Bellini”.
Straordinaria attenzione hanno rivolto studiosi italiani e stranieri di fama internazionale come Carl Brandon Strenlke, curatore emerito del Philadelphia Museum of Art, Filadelfia, Machtelt Israels, dell’Università di Amsterdam, Serena Romano dell’Università di Losanna, Alessio Monciatti, membro della Max Planck Gesellschaft, ricercatore alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Daniele Benati dell’Università di Bologna dove dirige anche la Scuola di Specializzazione in Beni Storici Artistici, Andrea Bacchi direttore della Fondazione Federico Zeri, Filippo Todini, storico dell’arte e uno dei massimi studiosi di arte umbra medievale-rinascimentale.
La mostra, dal taglio assai originale, è dedicata a grandi artisti anonimi che tra la fine del Duecento e la metà del secolo successivo hanno saputo ergersi a livelli altissimi di qualità. Un evento artistico caratterizzato da un excursus storico sui generis, che parte dalla grande rivoluzione di Giotto ad Assisi per giungere ad una fisionomia autonoma con leggi proprie: un’arte caratterizzata dalla loquace volontà narrativa delle immagini, in pittura e scultura lignea, che hanno come principale soggetto i racconti sulla vita di Cristo, della Vergine e dei Santi.
Un Trecento, quello del cuore verde d’Italia, ricco e cromaticamente sfarzoso con un’abbondante profusione di oro ed argento, emblemi della dinamicità della società in contatto con i più grandi centri artistici del tempo. Una mostra unica, irripetibile, frutto di una ricerca scientifica attenta e preziosa, che permette di vedere anche opere mai uscite dai musei e dalle collezioni finalmente a confronto fra loro o intraprendere un viaggio emozionante nel tempo e nei borghi della Valnerina nei quali è ancora possibile apprezzare, in un contesto quasi immutato, il connubio tra paesaggio, architettura e arte, come documenta tra l’altro il bellissimo volume “Itinerario storico artistico nell’Appennino”, scritto da Vittoria Garibaldi, curatrice della rassegna d’arte insieme ad Alessandro Delpriori e Bernardino Sperandio. Il volume si unisce al catalogo delle opere. La bella impresa editoriale si deve alla prestigiosa Quattroemme di Perugia.
La mostra è accompagnata da un ciclo di conferenze tra Trevi e Montefalco a cura di Carlo Roberto Petrini, per i quali fino alla chiusura, domenica 4 novembre, interverranno studiosi del territorio, ricercatori e storici dell’arte di indiscutibile valore come Elvio Lunghi, Silvestro Nessi, Fabio Marcelli, Corrado Fratini, accanto a Vittoria Garibaldi e Alessandro del Priori.
La mostra, organizzata da Civita Mostre e Sistema Museo, è promossa dai comuni di Trevi, Montefalco, Spoleto e Scheggino, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, dal Polo Museale dell’Umbria, dalla Regione Umbria, dall’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, con il contributo di Gal Valle Umbra e Sibillini. La mostra gode del prestigioso patrocinio dei Musei Vaticani e dell’International Council of Museums (ICOM) Italia. Partner dell’evento sono Associazione Rocca Albornoziana, ATI 3 Umbria, Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e VUS COM; sostenitori Banca Popolare di Spoleto e azienda Fabiana Filippi.
Montefalco, Complesso Museale di San Francesco
Scheggino, Spazio Arte Valcasana
Spoleto, Museo Diocesano – Basilica di Sant’Eufemia / Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Trevi, Museo di San Francesco
fino al 4 novembre 2018