Si sarebbe trattato di un malore: questo all’origine del decesso del subacqueo perugino 50enne, Marco Settequattrini, morto al largo dell’isola Argentarola, nelle acque dell’arcipelago toscano la scorsa domenica. Un subacqueo esperto, che aveva da poco conseguito il brevetto da istruttore e faceva parte dell’associazione Hydra sub. Quella maledetta domenica era uscito con 6 altri amici, per un’immersione tranquilla. Tutta effettuata in curva di sicurezza, come appunto i subacquei con esperienza sanno fare. Poi, una volta emerso il malore: soccorso dai compagni, con brevetto BLS già in barca, è stato atteso dal 118 al suo rientro sulla banchina di Porto Santo Stefano. Purtroppo per Marco non c’era più nulla da fare, e i sanitari non hanno potuto che constatare il decesso. Le indagini sono coordinate dalla Capitaneria di porto di Porto Santo Stefano, e sono coordinate dal tenente di vascello Tullio Arcangeli. I familiari del grafico si sono affidati all’avvocato Fulvio Carlo Majorca.
La Procura aveva appunto diposto per ieri l’autopsia di Marco, condotto all’obitorio dell’ospedale di Orbetello. L’esame, effettuato dal medico legale Stefano D’Errico, avrebbe dunque riportato come esito un malore, che in poco avrebbe stroncato la vita di Marco. Non si tratterebbe dunque, secondo le prime dichiarazioni, di un “errore umano” o di un agente esterno, come nel caso del monossido di carbonio in eccesso nelle bombole usate ad agosto dai tre sommozzatori morti al largo delle Isole delle Formiche. La procura ha disposto la restituzione della salma di Marco ai suoi cari. I funerali si svolgeranno giovedì mattina a Perugia alle 10, 30 nella chiesa dei santi Biagio e Savino in via Birago.
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