Resta ancora e solo il titolare del diving Abc di Talamone, che aveva fornito le bombole ai tre sub morti alle isole Formiche il 10 agosto, l’unico indagato. A darne conferma sono le stesse fonti giudiziarie. Una verità che non attenua il dolore dei familiari delle vittime, ma che comincia a fare chiarezza su quanto accaduto quella maledetta domenica.
Le perizie – E’ stata dunque presentata un’istanza per estendere gli accertamenti a tutte le trenta bombole sequestrate dalla procura di Grosseto. Nelle bombole utilizzate dai tre sub morti e nel loro sangue sono state rinvenute tracce di monossido di carbonio. Gli esami sono stati effettuati nel laboratorio della società Said (società italiana Acetilene e derivati) di Dalmine, in provincia di Bergamo. Si resta ancora in attesa di conoscere i risultati delle perizie sui computer da polso in uso a ogni subacqueo, utili a rilevare il profilo dell’immersione. La quantità di monossido di carbonio presente nelle bombole dei tre sub umbri sarebbe stata circa il doppio rispetto a quella consentita dalla legge: quasi 90 milligrammi rispetto al limite di 40. E’ quanto si apprende da fonti inquirenti in merito ai risultati degli accertamenti sulle bombole disposti dalla procura di Grosseto e depositati oggi.
La prossima settimana inizieranno le analisi al laboratorio della Siad a Osio di Sopra, nel Bergamasco, sulle altre 27 bombole sequestrate dalla procura che indaga sulla morte di Fabio, 57 anni, di Perugia, Enrico, 37, e Gianluca, 36, entrambi di Bastia Umbra.
Tra le ipotesi fatte su come sia stato possibile che l’ossigeno nelle bombole fosse ‘avvelenato’, anche quella che l’attrezzatura possa essere stata ‘ricaricata’ con il compressore accanto ad un motore acceso, forse quello della barca, che ha insufflato aria contenente monossido di carbonio in quantità risultata letale.
Le famiglie di Fabio e Gianluca sono assistitite dall’avvocato Gianni Spina. Le analisi che verranno effettuate cercheranno di capire se esiste la possibilità che ci siano altre responsabilità, oltre a quelle di Andrea Montrone, titolare appunto del diving dal quale i tre sommozzatori hanno preso in affitto le bombole prima dell’immersione. Sequestrata anche la barca, la Emery Island, utilizzata dal gruppo per recarsi sul punto dell’immersione. Intanto Montrone resta indagato per omicidio colposo plurimo.
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