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“Stupri, un patto educativo per fermare questa deriva”

Un “patto educativo” tra tra scuola, famiglia e le istituzioni tutte, per tentare di bloccare “la deriva” rappresentata dagli abusi sulle donne.

Dopo il caso della ragazza stuprata dal branco a Palermo e delle due cuginette che hanno subito violenza, i più gravi in un’estate segnata da una lunga lista di violenze e abusi subite da donne in tutta Italia, su questo triste e gravissimo fenomeno interviene la consigliera regionale del gruppo Misto, Donatella Porzi, impegnata anche su un progetto del Comitato delle Regioni europee.

“Lascio a chi di dovere punire, senza se e senza ma, gli autori degli stupri – la sua premessa – ma non smetterò mai di dire che quanto accaduto, come ogni terribile volta che una donna è costretta a subire
qualsiasi forma di abuso, ferisce profondamente l’intera comunità e che diventa sempre più prioritario un patto educativo tra scuola, famiglia e le istituzioni tutte, che possa rappresentare un punto di ripartenza per tentare di bloccare questa deriva”.

“Ho riflettuto a lungo – afferma Porzi – prima di scrivere queste poche righe. Talvolta di fronte alla deriva e al clamore mediatico assunto da una notizia atroce qual è quella di una violenza sessuale perpetrata da un gruppo di giovani su una giovane donna, il silenzio della riflessione è una forma di rispetto, del suo dolore e di quello delle persone che la circondano. Ma oggi l’ennesimo titolo di giornale che diventa un pugno nello stomaco, nel leggere la denuncia di un altro stupro, ancora di gruppo, ancora da parte di
un branco di giovani, quasi tutti minorenni, che hanno abusato di due cuginette di soli 13 anni. In entrambi i casi le vittime hanno avuto il coraggio di denunciare, speriamo che almeno serva a qualcosa”. 

“Progetti di educazione alla sessualità e alla affettività – prosegue Porzi – vanno ripensati e inseriti in tutti i contesti educativi. Su questo aspetto sto lavorando, così come su tanti altri contenuti mirati, per il progetto di parere ‘Fermare la violenza di genere – le città e le regioni sono in prima linea’, che sto formulando su incarico della Commissione Sedec del Comitato delle Regioni Europee”.