Città di Castello

Studio Sarteanesi, Consiglio accetta il lascito di Silvia Gambini

Approvata a maggioranza allargata (Pd, Psi, La Sinistra, Tiferno Insieme, Fratelli d’Italia, astenuti Lega e Castello Cambia) l’accettazione del legato Sarteanesi, in base al quale Silvia Gambini ha donato al Comune di Città di Castello il 50% della nuda proprietà dello studio Sarteanesi, tra via dell’Ospizio e via della Montesca, davanti all’ex Cinema Vittoria.

L’altra metà e l’usufrutto rimangono al figlio Piero Sarteanesi, con cui l’Amministrazione sarà tenuta a collaborare per esaudire quanto chiesto in cambio della donazione: una mostra annuale, per valorizzare le opere del marito Alvaro e della figlia Giuliana, che in quello studio realizzarono i loro quadri, e iniziative di promozione culturale cittadina.

Alvaro Sarteanesi, scomparso nel 2005, è stato socio fondatore e presidente dell’Associazione per la Tutela e la Conservazione dei Monumenti dell’Alto Tevere. Amico di Alberto Burri, si formò nell’ambiente artistico fiorentino, sotto la guida del pittore Felice Carena; fra le sue opere soprattutto paesaggi e ritratti, fra i quali spicca quello dello stesso Burri, opere ad affresco (alcune si possono vedere nel Cimitero monumentale) e i tanti restauri effettuati sia in città che nei dintorni. La figlia, Giuliana Sarteanesi, (1955-2010), perfezionatasi all’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Goffredo Trovarelli, ha affrontato temi e tecniche tradizionali, attraverso un senso del colore estremamente personale. Le sue opere sono state oggetto di una mostra, allestita nell’ambito del Festival Nazioni al Torrione nel 2012, accompagnata da un catalogo con apparato critico.

Il vicesindaco e assessore alla Cultura Michele Bettarelli si è compiaciuto per il gesto di Silvia Gambini, “che onora chi lo ha compiuto”, parlando di “grande valore morale e amore per la città. Da questa donazione per il Comune non ci sono costi ma solo vantaggi. Propongo di accettare questa opportunità, rinnovando i ringraziamenti alla famiglia”.

Rigucci (Lega): “Non comprendo fino in fondo i benefici: la casa non è moderna, abbiamo la metà di un immobile che dovremo ristrutturare con soldi pubblici. Non conosco il valore dei quadri contenuti. Sembra che ci sia sudditanza verso questa famiglia. La donazione è vincolata ad una mostra annua e dovremmo spendere anche per il restauro. La cittadinanza potrebbe pagare circa 200mila euro all’anno per lo studio Sarteanesi”. Bucci (Castello Cambia): “Alcuni elementi sono in contraddizione con il legato. Valutiamo le conseguenze. Il valore dell’immobile e di quanto contiene non ha la caratteristica museale che presuppone il lascito”.

Tavernelli (Pd): “Il gesto di donare lo studio alla città onorevole. Ne abbiamo tantissime di queste liberalità: la più grande è quella di Burri ma potrei citare il lascito Mariani, il lascito Ranieri, il lascito Casarotti, Pillitu, Monti Torrioli. Il legato Sarteanesi ha una grande importanza culturale e storica. C’è solo da rallegrarsi di una cosa del genere e dobbiamo impegnarci perché queste donazioni continuino nel futuro la memoria di chi le ha compiute”. Lignani Marchesani (Fd’I): “Sarò di parte e non posso dimenticare Alvaro Sarteanesi e cosa ha significato all’inizio della mia vita pubblica, che cosa mi ha dato da persona epurata, che ha pagato personalmente così come suo figlio Piero. Dobbiamo interrogarci su cosa significava essere discriminato per le idee dei genitori. Il problema è la proprietà al 50% ma ho fiducia nella famiglia e per questo voterò favorevolmente”.

Il sindaco Luciano Bacchetta ha detto di essersi posto il problemi nei termini di Lignani: “Alcuni lasciti sono manna dal cielo, altri sono complessi da gestire. Con tutte le cautele del caso, rimane un gesto molto lodevole e va accolto anche per quello che ha rappresentato la famiglia e per le idee di Alvaro Sarteanesi, che non ha mai voluto rinnegare. Nella replica Bettarelli ha detto che “dal punto di vista umano morale e storico il legato ha un grande valore. La nuda proprietà deve pagare solo le spese per la manutenzione straordinaria e l’usufruttario provvedere alle spese per la conservazione della cosa”.