Carlo Ceraso
Promosso alla classe superiore. Lo studente spoletino bocciato dall’istituto “Spagna” e riammesso dal Tar alla classe superiore, ha vinto la sua battaglia: questa mattina la preside ha comunicato al giovane di poter prendere posto nella classe ‘giusta’, la quarta del corso per informatici. Verrebbe da dire, emulando il servitore del Marchese del Grillo, che la scuola “s’è svegliataaaa!”! Era ora. Ci sono voluti ben 11 giorni per fare lo scrutinio degli esami di riparazione che Alessio (nome di fantasia) aveva già sostenuto a cavallo fra agosto e settembre scorso, 8 da quando i genitori l’avevano notificata alla preside Paola Rampi (per ammissione della stessa). Indubbiamente in presidenza avevano cose più importanti e delicate da fare che pensare a questo ragazzo, “costretto” da un mese, in attesa che venisse rispettato il dispositivo del Tar, a frequentare la classe inferiore (la 3a) per non accumulare assenze. E alle prese con una “grave patologia”, come riconosciuto dalla magistratura. L’esito degli esami scritti e orali ovviamente già c’era, si trattava solo di redigere il verbale (lo scrutinio). Roba che anche il Gran Consiglio delle Giovani Marmotte farebbe in 10’. Allo Spagna invece ci sono volute quasi due settimane. Una situazione che sta generando anche qualche rumor fra i docenti, alcuni dei quali, oggi, sembrano prendere le distanze da metodi e tempi imposti dalla preside (anche se c’è da ricordare che la bocciatura fu presa all’unanimità del Consiglio di classe). Per la Rampi è stata una settimana nera, visto che è rimbalzata alle cronache anche per il caso di uno studente finito in ospedale per un atto di bullismo (clicca qui). Ma ripercorriamo la vicenda di Alessio, la cui promozione ha fatto in poche ore il giro della città.
Alla metà giugno scorso il ragazzo non viene neanche ammesso agli scrutini: troppe assenze, dice il Consiglio di classe, senza però motivare la decisione. Alla faccia della legge 241, quella sulla trasparenza della pubblica amministrazione e sui provvedimenti amministrativi. Peccato che quelle assenze il 18enne le ha fatte quasi tutte per malattia (qualche ‘seghino’ pare ci sia stato), come testimoniano certificati medici e ospedalieri. Preside & Co. interpretano alla lettera le nuove disposizioni della Gelmini che fissa nel 25% delle ore totali quelle in cui ci si può assentare. Solo che il dettato della titolare del Miur prevede che alcune deroghe possano essere concesse in casi particolari, qual è appunto la malattia. Un dettaglio grosso come un grattacielo, che sfugge però all'acuto Consiglio che decide così di non ammettere il ragazzo neanche allo scrutinio. Bocciato ancor prima di esaminare i risultati scolastici. Forse perché sanno che Alessio va tutto sommato bene: zoppica in una materia (come dimostrerà ai giudici il legale della famiglia, l’avvocato Laila Altobelli del foro di Terni), forse due. Il Tar dell’Umbria si riunisce d’urgenza, il 16 agosto, e concede la sospensiva: il giovane va scrutinato con riserva. In pratica i magistrati, in attesa di entrare nel merito della causa, impongono alla scuola di dire la propria sull’esito dell’anno scolastico. I docenti vengono convocati in pieno agosto e ritengono che Alessio debba sostenere due materie agli esami di riparazione. Fra il 29 agosto e il 1 settembre scorso il ragazzo si sottopone agli esami. Ma la scuola non redige il relativo scrutinio, neanche con riserva. Tanto da far infuriare i giudici che contavano di averlo per l’udienza del 28 settembre, quella in cui bacchettano severamente il comportamento tenuto dall’Istituto. La sentenza, depositata il 4 ottobre, è fin troppo chiara: Alessio va riammesso alla classe superiore, sempreché abbia superato gli esami. Ma dell'esito delle materie riparate non c’è traccia. Fino al tardo pomeriggio di ieri quando il Consiglio-lumacone si ritrova e sentenzia: promosso. Viva Dio! Non resta che un dubbio: preside e docenti, al termine di questo primo quadrimestre, terranno conto che il ragazzo ha perso di fatto un mese di scuola per colpe non sue?
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Studente “bocciato” per le assenze: il Tar lo riammette, la scuola ci dorme sopra