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Studentessa morta al Trasimeno dopo dose di MDMA, slitta sentenza

Doveva essere il giorno della sentenza. Invece il Gup Lidia Brutti che con rito abbreviato giudicherà l’imputato per la morte della studentessa cinese Cheng Shang ha rinviato la decisione al 13 maggio, giorno in cui ha scelto di sentire in aula un consulente che fornirà chiarimenti in merito alle cause della morte della giovane, il cui corpo fu trovato senza vita da campeggiatori a Monte del Lago il 14 luglio del 2013.

Oggi si è tornati in aula (a porte chiuse), per l’udienza preliminare del processo che vede imputato l’operaio 38enne fiorentino, Lorenzo Perrone. Su di lui, che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, pendono le accuse di “morte in conseguenza di altro reato, omissione di soccorso e occultamento di cadavere”. Ad attendere l’udienza oggi a Perugia c’erano i familiari della vittima (assistiti dal legale Luca Maori), il console cinese,  e Giovanni Paciullo rettore dell’Università per Stranieri.

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Colposo o volontario? – Il processo si era diviso su due fronti: si tratta dunque di omicidio colposo o volontario? Secondo l’avvocato Maori, “l’imputato sapeva bene cosa stava facendo“. La tesi dell’avvocato di parte civile coincide con quella della procura. Secondo il pm Massimo Casucci che ha formulato le accuse,  non sarebbe dunque vero che la giovanissima ragazza, adescata dal 38enne su internet, abbia assunto la droga (MDMA, così detta “droga dello stupro) di sua spontanea volontà, bevendo poi dell’alcol e ingenerando il cocktail letale che ha causato la sua morte. Perrone avrebbe invece dato la droga a Cheng Shang, e poi occultato il cadavere vicino la spiaggia di Albaia.

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All’udienza, era presente anche il rettore del’Università per Stranieri di Perugia, il Professor Giovanni Paciullo. L’Ateneo si è infatti costituito parte civile nel processo, e lo stesso Magnifico, avvocato del Foro di Perugia, è intervenuto nel dibattimento. Il Rettore Paciullo ha in primo luogo sottolineato “la sensibilità del Giudice che, ammettendo l’Università per Stranieri alla costituzione di parte civile, ha confermato le profonde ragioni della presenza dell’Ateneo nel dibattimento“. Con riferimento ai profili di responsabilità penale, Paciullo ha poi condiviso quanto espresso dal Pm Casucci e dagli avvocati dei familiari della studentessa, sottolineando come “l’imputato abbia consapevolmente colpito anche la libertà e la dignità dell’offesa, richiamando a questo proposito il sistema valoriale che connota la società cinese“. L’Unistrapg ha poi richiesto il risarcimento danni, motivandolo con la riduzione degli studenti iscritti di nazionalità cinese conseguente al triste fatto di cronaca, oltre che per la “diminuzione della considerazione dell’Ateneo“.

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