Perugia

Studentato di San Bevignate, altro colpo di scena

Altro colpo di scena sulla vicenda dello studentato di San Bevignate. L’Adisu ha invitato il Consiglio di Stato a non esprimersi sulla sospensiva dei lavori, affermando che non li farà partire, bensì aspetterà la sentenza di merito programmata per il prossimo 14 marzo 2019. “In questa data finalmente si concluderà una delle pagine peggiori della storia urbanistica della nostra città” commenta Italia Nostra Perugia. Che ricorda: “Un’opera immaginata sin dal lontano 2003 da alcuni protagonisti di allora (Lorenzetti per la Regione, Locchi per il Comune di Perugia, Bistoni per l’Università e Oliviero per l’Adisu), in un luogo non solo paesaggisticamente e storicamente rilevante, ma anche isolato rispetto alle sedi didattiche universitarie. Un non-luogo per risiedere come studenti universitari“.

La prossima sentenza del Consiglio di Stato dirà dunque se l’opera s’ha da fare oppure no. In caso affermativo, l’Adisu potrà procedere con l’avvio dei lavori. A meno che, suggerisce Italia Nostra, la Regione decida di revocare il finanziamento accordato all’Adisu, optando, così, per suddividere i danni spettanti all’impresa che si è aggiudicata i lavori. Qualora invece l’Adisu si rifiutasse di far effettuare i lavori, sarà essa a pagare i danni all’impresa. Insomma, in entrambi i casi saranno gli umbri a pagare.

Ma se il Consiglio di Stato deciderà che l’opera è illegittima, allora lo studentato non si dovrà fare. A questo punto, spetterà di nuovo all’Adisu pagare i danni all’impresa. “Tanto più – ricorda Italia Nostra – che l’Adisu, nel 2008, si era dimenticata della scadenza della autorizzazione paesaggistica e quindi il suo provvedimento autorizzatorio era scaduto“. Per una gara, ricordiamo, di 12 milioni di euro.

Insomma qualunque sia la sentenza del Consiglio di Stato, l’Adisu è il soggetto che più di tutti rischia di pagare i danni all’impresa che ha vinto l’appalto.


Il ballo della scopa intorno San Bevignate


Nel frattempo – attacca Italia Nostra – pesa una certezza: il conto da pagare per quest’opera inutile e folle sta salendo costantemente tra compensi agli avvocati e i danni che l’impresa pretende. Allungare la vita di questa storia è servito solo ad aumentare il danno patrimoniale pubblico“. Un rinviare i tempi (per tatticismo politico e forse anche per cercare di scaricare su altri eventuali responsabilità)  che rischia di far cadere la bomba proprio a ridosso del voto delle amministrative a Perugia.