Cronaca

Struttura lager Assisi, Gip conferma domiciliari a 3 dei 5 indagati

Revocate le misure cautelari a due delle sei persone agli arresti domiciliari per l’inchiesta relativa a presunti maltrattamenti e abusi nei confronti degli ospiti della struttura protetta “L’Alveare” di Torchiagina di Assisi. Secondo quanto riferito dall’avvocato Luca Gentili, legale degli indagati che aveva chiesto la revoca degli arresti per 5 posizioni su 6, in esito all’interrogatorio si sarebbe infatti notevolmente ridimensionato il profilo indiziario per quelle due posizioni e non sussisterebbe alcun rischio di inquinamento delle prove, ne tantomeno l’ipotesi della reiterazione delle condotte contestate considerato che gli operatori sono stati tutti rimossi dal servizio in via cautelare.

Confermati invece i domiciliari per tutti gli altri le cui posizioni, viene spiegato, sono molto diverse tra loro come si evince anche dalle quaranta pagine della stessa ordinanza emessa dal Gip. Tra questi rimangono confinati tra le mura domestiche anche l’amministratore della Onlus sotto inchiesta e l’operatore a cui vengono attribuiti più episodi di presunte offese, violenze e abusi nei confronti dei malati.

Intanto per venerdì 17 giugno, dalle ore 10.00 alle 12.00, lo Spi Cgil e la Camera del Lavoro di Perugia organizzano un presidio di solidarietà e protesta davanti alla sede de “L’Alveare”. “Come Cgil e Spi – spiegano i promotori dell’iniziativa – pensiamo che sia giusto dare un segnale forte in primo luogo di solidarietà con i pazienti e poi di denuncia rispetto ad un fenomeno purtroppo non nuovo e contro il quale come organizzazioni sindacali abbiamo chiesto da tempo una serie di interventi concreti. Pensiamo, infatti, che queste strutture debbano essere aperte ai controlli 24 ore su 24 per consentire di verificare le condizioni in cui versano gli ospiti, controlli che non siano solo di carattere igienico-sanitario ma vadano oltre. Pensiamo inoltre che i contratti di lavoro dei dipendenti delle strutture debbano essere pienamente applicati, cancellando tutte quelle zone d’ombra oggi presenti nei rapporti di lavoro”.

Per questo, Cgil e Spi chiedono alla Regione, ai Comuni, alle Asl e ai Distretti di dotarsi di un piano straordinario di controlli nelle strutture di accoglienza e cura presenti sul proprio territorio, coinvolgendo anche attivamente le parti sociali, con la costituzione di veri  propri comitati di controllo allargati alle organizzazioni rappresentative. “La nostra richiesta – concludono Cgil e Spi – è che ognuno si assuma la propria responsabilità per il ruolo rappresentato, al fine di evitare che i più deboli paghino il conto per tutti gli altri”.