di Gianmarco Profili (*)
Il territorio del Comune di Spoleto ha bisogno di un progetto che riguardi interventi rapidi e non rimandabili nelle frazioni e non più a spot come l'amministrazione comunale è abituata a fare. Basta pensare a come si sta gestendo la realizzazione di strisce pedonali ad alta visibilità in alcune zone della città ed in alcune frazioni, senza un progetto serio che si basi sulle reali necessità di mettere in sicurezza un'area piuttosto che un'altra. E' emblematico quanto sta avvenendo a Passo Parenzi: strisce pedonali ad alta visibilità lungo ogni strada che confluisce nella nuova rotatoria di viale Marconi: in via Visso, via Laureti, via Ricci; oppure a San Giacomo, dove in poche centinaia di metri ci sono tre strisce pedonali rosse una di seguito all'altra, mentre nel resto della frazione poco o nulla.
Ben vengano questi interventi, ma non si deve dimenticare di farli dove servono realmente e cioè dove il traffico è più intenso e veloce o c'è scarsa visibilità, insomma dove i pedoni sono maggiormente a rischio. Per questo è necessario, prima di tutto, fare una progettazione seria sulla collocazione delle strisce pedonali ad alta visibilità o i dossi di attraversamento, con un piano più ampio che riguardi le frazioni dove ci sono centri commerciali e centri storici. Non si capisce, ad esempio, come mai a San Giacomo ci siano tre strisce ad alta visibilità nel giro di pochi metri, all'ingresso della frazione, e normali strisce pedonali, quasi invisibili, nel resto del paese. Per non parlare poi del parco previsto per San Giacomo e mai realizzato, nonostante nel bilancio del 2007 erano stati stanziati oltre 250mila euro: ad oggi l'ex campo sportivo versa nel degrado e dei finanziamenti previsti si è persa ogni traccia.
Ma tornando alle strisce pedonali ad alta visibilità ci sono zone pericolose dove andrebbero posizionate, soprattutto in prossimità delle fermate degli autobus, spesso senza marciapiedi e non illuminate: Madonna di Lugo, diventata un vero e proprio centro commerciale, Protte, dove chi va a scuola o prende l'autobus rischia costantemente di essere investito, oppure lungo le strade che da San Martino conduce a Montemartano e San Silvestro, inoltre a San Venanzo e lungo la Tuderte, soprattutto a Maiano. E non mi si venga a dire che sulle strade provinciali non è possibile fare interventi perché altri Comuni, come Castel Ritaldi, hanno fatto accordi con la Provincia realizzando marciapiedi e strisce ad alta visibilità. Oltretutto non solo le normali strisce pedonali sono poco visibili in alcune zone pericolose, ma i cartelli che le indicano sono spesso coperti dalle piante. Per contro in altre zone si nota troppo zelo nel posizionamento dei cartelli: basta andare in via Visso, dove la segnaletica verticale è stata posizionata davanti al cartello che indica via Cascia coprendolo completamente, oppure in via Laureti, dove prima delle elezioni sono state messe le indicazioni delle strisce pedonali ma di queste ancora non c'è traccia. Altra questione è quella delle fermate degli autobus, che quasi mai garantiscono l'incolumità dei pedoni: non ci sono marciapiedi, strisce pedonali che colleghino un lato dall'altro della strada, non c'è illuminazione pubblica. C'è poi il caso di Terzo La Pieve dove, con l'apertura del nuovo ponte, si è creato un ampio spazio tra le due strade che potrebbe essere utilizzato per realizzare una fermata dell'autobus con una pensilina, mentre ora gli autisti sono costretti a girare in un parcheggio privato.
Quello che viene fatto attualmente nelle frazioni non è sufficiente e non lo sarà nemmeno il cruscotto online. E' ora che sulla sicurezza stradale e sulle aree periferiche si faccia un progetto ampio, un vero e proprio piano straordinario. Finora si è cercato di buttare fumo negli occhi dei cittadini con interventi a spot ma ora è il momento di intervenire seriamente.
(*)Consigliere Comunale di Spoleto