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Stretta sugli affitti in nero e finte Isee a Perugia, alleanza Gdf, comune, Agenzia delle entrate e Adisu

Un'alleanza di istituzioni e forze dell'ordine contro la piaga degli affitti in nero e le finte dichiarazioni Isee è stata siglata oggi a Perugia, nella sala conferenze di uno degli studentati Adisu, tra l'agenzia per il diritto allo studio, il comune di Perugia, l'Agenzia delle entrate, il comando provinciale della Guardia di Finanza e la Camera di Commercio.

“Il protocollo che sigliamo questa mattina si chiama 'Affitto etico', un sistema che va a certificare la qualità e la regolarità degli alloggi offerti agli studenti”, ha spiegato Esposito, direttore dell'Agenzia delle entrate di Perugia.

Il protocollo siglato oggi prevede, oltre a uno scambio di informazioni tra i soggetti coinvolti, il contrasto agli affitti in nero riconoscendo ai proprietari che adempiono alle normative sui contratti di affitto una sorta di canale preferenziale sul portale “Cercalloggio” dell'Adisu. In particolare, i locatari “virtuosi” che rispetteranno anche i requisiti di qualità degli alloggi fissati dalla Borsa Immobiliare della Camera di Commercio di Perugia, saranno contraddistinti da un “bollino blu di qualità”, con un canale preferenziale verso gli studenti in cerca di affitto.

“In questo modo, oltre a contrastare gli evasori, vorremmo premiare simbolicamente le tante persone che affittano i propri appartamenti onestamente”, ha spiegato il vertice dell'Adisu Maurizio Oliviero. Al dirigente Adisu ha fatto eco Esposito, secondo cui “a Perugia non è affatto vero che i proprietari immobiliari vivono con affitti in nero, affittando solo a spacciatori, ma ci sono tantissime persone che affittano onestamente”.

Alla firma ha preso parte anche l'assessore comunale Tarantini: “Il Comune avrà il ruolo di una verifica sul campo a campione, per verificare l'effettiva abitabilità degli appartamenti in affitto agli studenti”, ha detto. Secondo Tarantini a questo atto ne seguirà un altro, nel quale il comune proibirà il cambio di destinazione d'uso a tantissimi locali non abitabili in tutto il territorio comunale”.

Piaga sociale – Il fenomeno dilagante degli affitti in nero potrebbe colpire, secondo recenti stime non ufficiali, quasi un terzo del complesso degli affitti del capoluogo umbro. Gli studenti storicamente sono tra le principali vittime del fenomeno, per una maggiore precarietà degli affitti richiesti.

“Su una popolazione studentesca di circa 30 mila studenti, più del 60 per cento sono fuori sede. Con i nostri servizi alloggi riusciamo solo a coprire duemila studenti mentre gli altri sono in affitto, quindi il numero di studenti interessati è piuttosto elevato”, ha detto Oliviero.

Secondo il comandante provinciale della Gdf Vincenzo Tuzi, attuale reggente anche del comando regionale dopo la partenza del Generale Cuneo, “bisogna avere un atteggiamento ottimista e non guardare ai soli dati negativi, che sono comunque marginali. Non ci sembra che ci sia una situazione drammatica per la situazione della fiscalità in Umbria e in particolare a Perugia”. “D'altra parte, secondo quanto previsto dalle attuali normative, gli affitti in nero significano convenienza zero”, ha detto Tuzi. “Ci sono dei vantaggi per chi affitta e per il locatore innegabili ad essere regolari, primi tra tutti i diritti civili di entrambi, come nei casi di risarcimenti danni”.

Controlli all'Isee – Nel doppio protocollo siglato oggi è prevista anche una collaborazione per contrastare le false dichiarazioni Isee. Il protocollo, in questo caso rinnovando un precedente accordo del 2010, prevede un'attività di intelligence per incrociare i dati degli Isee a quelli dell'anagrafe tributaria, consultabili attraverso la piattaforma Siatel e gli strumenti informativi dell'Agenzia delle entrate.

“Pensate che qualche hanno fa avevamo in media più di duemila domande di domande che chiedevano borse di studio con reddito zero. Quest'anno non superiamo le venti domande con reddito zero”, ha detto Oliviero. “Il dato è significativo di quanto sia stata efficace la nostra collaborazione, per controllare la veridicità delle dichiarazioni Isee”. “Pensate quanto sia grave una borsa di studio in meno, perché data a qualcuno che non ne ha diritto o perché qualcuno non paga le tasse”, ha detto Oliviero, secondo cui il 100 per cento delle richieste ammesse sono in qualche modo monitorate dall'agenzia.

Francesco de Augustinis

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