Qualcuno dovrà pur spiegarlo ai membri di Fratelli d’Italia che con il loro cosiddetto Flash Mob, messo in atto davanti a tre delle aziende più rappresentative della crisi industriale che attanaglia il territorio (Novelli, Cementir, ex Pozzi), alla fine hanno protestato (se questo era l’intento) contro se stessi.
La Crisi non va in Vacanza. Flash mob di Fratelli d’Italia davanti ai cancelli delle aziende in crisi dello spoletino.
Nell’ambito della mobilitazione nazionale Fratelli d’Italia, per richiamare l’attenzione sulle difficoltà di molte aziende italiane di cui il Ministro Di Maio sembra scordarsi con ricadute importanti anche a livello occupazionale, oggi fratelli d’Italia ha svolto un flash-mob davanti ai cancelli di alcune aziende in crisi dello spoletino. Un’area di crisi industriale di cui nessuno parla e che negli ultimi anni ha visto un vero e proprio spopolamento aziendale con gravi ricadute occupazionali, che in percentuali si aggira intorno al 25% della forza lavoro della città. Questa si aggiunge alle numerose aree di crisi aziendale della Regione Umbria da Terni all’Appennino, ma come tale non viene riconosciuta.
“Oltre ad una mancanza di politica industriale nazionale che Di Maio non sa neanche cosa sia – dicono da Fratelli d’Italia – bisogna difendere marchi e stabilimenti in Italia”. Così il coordinatore spoletino di Fd’I Rosario Murro, che ha guidato la manifestazione, alla quale ha partecipato anche il consigliere comunale Fd’I Stefano Polinori.
“Accanto alle aziende in crisi – aggiunge il deputato Fratelli d’Italia Emanuele Prisco – continueremo anche la battaglia a fianco di artigiani e piccole imprese su ecobonus e sisma bonus, per evitare che anche quelle aziende oggi in salute vengano messe un ginocchio da una scelta che si è rivelata sbagliata e che va immediatamente corretta”.
Se dunque la responsabilità nazionale nella risoluzione dei tavoli di crisi industriale non vedono FdI protagonista, sia nelle trattative che nelle decisioni finali, a Spoleto invece FdI è in prima linea con tanto di delega amministrativa specifica per promuovere azioni puntuali, efficaci e propositive sui vari tavoli di discussione della crisi.
Detto ciò il cosiddetto Flash Mob spoletino si trasforma rapidamente in un Flash “Sob” alla Paperino, la tipica espressione di rabbia e mugugno che, come magnificamente descritto nella vignetta a corredo dell’articolo, provoca strepiti e gestacci allo scopo di manifestare tutta l’indignazione e la rabbia di chi la mette in atto, salvo poi accorgersi che si tratta solo di “rumore di fondo”, con grande rammarico di chi invece aveva affidato il compito di mugugnare.
“Flash Mob è un termine coniato nel 2003 per indicare un assembramento improvviso di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, che si dissolve nel giro di poco tempo, con la finalità comune di mettere in pratica un’azione insolita. Il raduno viene generalmente organizzato via internet o telefonia cellulare” (fonte Wikipedia).
Piazzare due bandiere sui cancelli delle aziende chiuse in 4-5 persone (magari arrivati anche con una sola macchina, che tanto in 5 ci si sta tutti lo stesso) dovrebbe essere una azione insolita. Dovrebbe…Se poi ci sia stato il passa parola al cellulare o in Internet, la cosa al momento sfugge. Da una rapida occhiata a qualche pagina FB di riferimento, c’è invece chi si lamenta della mancata comunicazione del Flash Mob-Sob
Alla fine è legittimo il dubbio: ma non sarà che invece di un Flash Mob, i membri di FdI volevano fare una Haka e nell’indecisione estiva, sotto la canicola, gli è uscito invece di un ruggito, un miagolio? Del resto in 5 in macchina a Spoleto, nella zona industriale, in agosto per giunta, è davvero improponibile.
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