La Corte europea dei Diritti dell’uomo ha respinto il ricorso del Getty Museum (dove si trova esposta oggi l'opera) e ha deciso che l'Atleta dovrà essere restituito al paese dove fu trovato nel 1964
La Corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo ha stabilito che L’Atleta Vittorioso di Lisippo – bronzo greco pescato nel 1964 nel Mar Adriatico e oggi esposto al Getty Museum di Los Angeles – potrà tornare in Italia.
L’opera attribuita allo scultore greco del IV secolo a.C., ritrovata sulle reti di alcuni pescatori di Fano, prima di essere esportata (illegalmente) negli Stati Uniti rimase a lungo a Gubbio. L’Atleta (ribattezzato poi “di Fano”), infatti, fu acquistato per 3 milioni e mezzo di lire dalla famiglia Barbetti, proprietaria dell’omonimo cementificio nella città dei Ceri. I cugini Giacomo e Pietro Barbetti, grazie alla complicità di don Giovanni Gnani, parroco di Serra Brunamonti, la nascosero per anni nella canonica del sacerdote. I protagonisti eugubini furono anche accusati di ricettazione ma poi assolti.
Sparita misteriosamente negli anni ‘70 la statua finì poi – dopo una lunga peregrinazione tra Brasile e Germania – all’asta a Londra, dove nel 1977 venne acquistata proprio dal Getty Museum per quasi 4 milioni di dollari. Da allora nacque l’annosa vicenda giudiziaria tra l’Italia – che voleva la legittima restituzione dell’opera – e la Fondazione di Los Angeles, che aveva presentato ricorso alla Corte di Strasburgo per la presunta violazione della protezione della proprietà.
Solo pochi giorni fa la stessa Corte dei diritti umani ha deciso che l’Italia ha diritto di confiscare e chiedere la restituzione della statua greca di Lisippo, in quanto appartenente al al ‘patrimonio culturale italiano’ (il provvedimento di confisca, peraltro, era già stato emesso dalla Corte di cassazione italiana nel 2019). Nello specifico tornerà proprio a Fano, nelle cui acque l’opera fu ritrovata 60 anni fa.
Il tribunale ha inoltre aggiunto che il Getty Museum, acquistando la statua in assenza di qualsiasi prova della sua legittima provenienza, “aveva disatteso quanto prescritto dalla legge con negligenza e in malafede”, poiché sapeva che l’Italia, già nel 1977, stava cercando di riportarla in patria.
La vicenda de L’Atleta Vittorioso di Lisippo richiama un altro caso simile e molto noto proprio in Umbria, quello della biga etrusca di Monteleone (risalente al IV sec. a.C.), da anni al centro di una trattativa per il rientro in Italia. Rinvenuta in uno scavo a Spoleto è attualmente conservato al Metropolitan Museum di New York.