Avevano fatto finta di assumere alcune persone, di orgini maghrebina, pur di creare falsi rapporti previdenziali INPS: è quanto scoperto dal Nil, il nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Perugia, che ha così denunciato dieci persone tutte residenti nel capoluogo umbro, di cui tre italiani.
L’indagine era stata avviata dopo una segnalazione fatta dallo Sportello unico per l’immigrazione di Perugia, che aveva rilevato a sua volta alcune incongruenze riguardo a un’istanza presentata da uno studente algerino per ottenere la conversione del proprio permesso di soggiorno da studio a lavoro. Gli investigatori dell’Arma, in collaborazione con la direzione territoriale del lavoro, hanno così scoperto che un consulente del lavoro operante nel comune di Bettona, aveva utilizzato le proprie credenziali
di accesso alle banche dati dell’Inps e del ministero del Lavoro per inserire le comunicazioni telematiche di assunzione e per gestire otto finti rapporti di lavoro domestici. Il suo guadagno? Si parla di 500 euro, almeno in un caso, per una falsa pratica. Sette di questi lavoratori sono dunque risultati in capo ad un commercialista nella zona di Assisi che fungeva da datore, mentre l’altro è stato iscritto a nome di un congiunto del medesimo consulente del lavoro, residente a Bettona.
Dalle successive verifiche, gli inquirenti hanno scoperto che i falsi rapporti di lavoro erano stati poi effettivamente utilizzati dagli stranieri per dimostrare la loro occupazione stabile sul territorio e così ottenere dalla questura di Perugia, naturalmente dichiarando il falso, il rinnovo o il rilascio di titoli di soggiorno non dovuti, e quindi per commettere truffe ai danni dell’Inps.
Nello specifico – sempre secondo la ricostruzione dei carabinieri – è emerso, oltre al caso in cui l’assunzione è stata utilizzata per ottenere la conversione del permesso da studio a lavoro, che in tre casi l’assunzione è stata utilizzata per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro, in un altro per ottenere il rilascio del permesso di soggiorno e, in un altro ancora, per tentare di ottenere la cittadinanza italiana, pratica che, in quest’ultimo caso, è stata però tempestivamente “bloccata” nel contesto delle indagini. In un solo caso, infine, il fittizio rapporto di impiego è stato dichiarato da una donna marocchina per frodare l’Inps, da cui ha ottenuto, a titolo di indennità di disoccupazione, chiaramente non dovuta, la somma di 4.500 euro circa.
Sono dunque scattate, nei giorni scorsi, le perquisizioni nelle abitazioni e negli studi professionali delle persone coinvolte, da parte dei militari del Nil e dei carabinieri della compagnia di Assisi. E’ stata così sequestrata un’ingente quantità di documenti cartacei e informatici, attualmente al vaglio degli investigatori, e utili alla verifica di altre decine di rapporti di lavoro sospetti. I reati contestati vanno dalla truffa aggravata, alla contraffazione di documenti di soggiorno, dal favoreggiamento all’immigrazione clandestina a fine di lucro al falso.
E sempre sul versante dei controlli del Nil, un pensionato italiano di 60 anni, residente in Francia, è stato denunciato dai carabinieri di Perugia per aver continuato a percepire indebitamente dall’Inps per oltre sei anni la pensione di invalidità, sebbene trasferitosi all’estero. In questo modo avrebbe ottenuto, ai danni dell’Istituto italiano, una somma complessiva non più dovuta di oltre 22.500 euro.
Le indagini, secondo quanto riferito dai militari, hanno consentito di appurare che l’uomo, titolare di una pensione di invalidità civile in Italia, aveva fraudolentemente omesso di comunicare di essersi trasferito in Francia, dove aveva fissato la propria stabile dimora e dove percepiva analogo trattamento economico da quello Stato.
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