Il giudice di Fernando Ciampi aveva studiato giurisprudenza a Perugia a metà degli anni ’60. E’ lui una delle vittime della strage che si è consumata questa mattina nelle aule del palazzo di Giustizia di Milano e nella quale tre persone hanno perso la vita e due sono rimaste gravemente ferite.
La strage. L’assassino che risponde al nome di Claudio Giardiello, sarebbe entrato in tribunale mostrando un falso tesserino da avvocato. E’ questo quanto trapela da ambienti investigativi. L’uomo sarebbe arrivato in aula attraverso l’ingresso riservato ai legali che non devono passare sotto il metal detector. Ecco come sarebbe riuscito a superare i controlli e ad introdurre l’arma all’interno dell’aula di giustizia senza problemi. Entrato all’interno del palazzo di Giustizia di Milano, raggiunta l’aula, dove si doveva tenere il processo a suo carico, ha fatto fuoco.
La dinamica. Mentre era in udienza, seduto tra i banchi riservati al pubblico e – secondo una prima ricostruzione – durante un momento di concitazione, l’uomo impugna l’arma e la rivolge presumibilmente in direzione del pm. Quest’ultimo riuscirà a schivare i colpi che invece raggiungeranno Lorenzo Alberto Claris Appiani, il suo ex legale, presente in aula in qualità di testimone. Ha quindi ferito altre due persone in maniera gravissima: Davide Limongelli (socio di Giardiello nella società) e Stefano Verna, commercialista e altro testimone del processo. Avrebbe poi lasciato l’aula e si sarebbe messo a cercare l’ufficio del giudice Ferdinando Ciampi al piano di sotto. Anche il giudice avrebbe dovuto testimoniare al processo. Giardiello entra nel suo ufficio e lo fredda. Poi rimane a lungo all’interno del tribunale nascondendosi e infine riesce ad uscire, a raggiungere la sua moto e scappare per circa mezz’ora. Sarà bloccato a Vimercate, all’interno di un supermercato. Poi accusa un malore e viene trasferito in ambulanza in ospedale.
Il terrore raccontato dai testimoni oculari della strage. Parlano di momenti di terrore e panico vissuti nei corridoi, negli uffici e nelle aule del palazzo di giustizia. Una dipendente racconta di aver visto a un certo punto l’omicida accucciato dietro una panca al secondo piano del palazzo. Nei concitati momenti degli spari e poi della ‘caccia’ al killer, alcuni avvocati si sono invece chiusi a chiave nelle aule d’udienza con i cancellieri e i magistrati. A poche ore dalla strage arrivano i commenti del mondo politico che esprimono il loro più profondo cordoglio per le famiglie delle vittime.
Ciampi a Perugia. Aveva scelto il capoluogo umbro Fernando Ciampi, fiero di iscriversi in una delle Facoltà più prestigiose d’Italia. Dopo essersi laureato brillantemente, era rimasto per alcuni anni assistente di diritto industriale alla Facoltà di Economia e Commercio. Ma Perugia il giudice Ciampi non l’aveva mai dimenticata, mantenendo un rapporto stretto con la città.
(foto web)