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Strage di Perugia, the day after – Dipendenti Regione Umbria con lutto al braccio – Vd – Parla un altro testimone

Un risveglio doloroso quello di oggi a Perugia. Per i dipendenti della Regione Umbria è stato difficile rientrare in ufficio, riprendere la routine, a così poche ore dalla follia omicida consumatasi ieri al quarto piano di palazzo Broletto e costata la vita a Margherita Peccati e Daniela Crispolti.

La piazza – E così i colleghi di Daniela e Margherita stamattina, il “giorno dopo”, si sono fermati in Piazza del Bacio, sotto all'imponente palazzo, per stringersi in un simbolico abbraccio alle colleghe. Un abbraccio che parla di dolore, di paura, rifiuto e protesta. E' gremita la piazza, le emozioni sono forti, molti piangono e si raccontano. C'è anche un presidio organizzato dalla Rsu e dai sindacati. Sono più di 200 quelli che hanno la fascia nera al braccio, in segno di lutto. Poi qualcuno entra, si ripetono a fatica i gesti quotidiani, che oggi hanno un sapore amaro.

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Il racconto – In un corridoio del Palazzo incontriamo un testimone. Parla sottovoce il collega di Margherita e Daniela, sul volto ben visibili i segni di emozioni devastanti che si riaffacciano nel racconto: la paura al rumore degli spari, poi il silenzio. I primi coraggiosi movimenti per capire cosa fosse successo e la sconvolgente scoperta. E poi ancora la paura di non sapere dove fosse l'assassino, di poterselo trovare davanti all'improvviso (Andrea Zampi invece si era già suicidato). Continua il racconto con una calma solo apparente, controllata. Racconta nei dettagli del ritrovamento dello Zampi, dei suoi ultimi istanti di vita, in una qualunque sala fumatori di un ente pubblico. E della lunga attesa per i soccorsi che sembravano non arrivare mai. Appare rammaricato, quasi in difetto per non avere avuto la capacità e la forza di salvare Daniela.

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