Per le multe a Corso Vecchio stanno arrivando i primi ricorsi e l’Amministrazione Comunale rifà il punto della situazione, escludendo, comunque, come già anticipato dall’assessore alla Mobilità negli incontri con i cittadini, qualunque ricorso alla sanatoria, intesa come archiviazione o annullamento generalizzato dei verbali redatti e notificati per circolazione abusiva nell’area pedonale.
“Abbiamo voluto – dichiara l’assessore alla Mobilità Emilio Giacchetti – diffondere una nota esplicativa, che può essere utile ai residenti che sono incappati in queste sanzioni che sono particolarmente diffuse e seriali. Come più volte ribadito, ci muoviamo nella stretta osservanza delle norme e dei percorsi previsti. Una risposta chiara e corretta nei confronti dei cittadini che si sono trovati in questa situazione, una presa di posizione ancora più netta nei confronti di chi continua, con pochissima attinenza al quadro legislativo, a parlare di necessità di sanatorie diffuse e generalizzate”.
Partendo da questo principio, e dal dato di fatto che non esiste alcun accordo tra Comune e Prefettura per sanatorie diffuse, l’Amministrazione Comunale ribadisce che i destinatari dei verbali possono ricorrere al Prefetto (direttamente o tramite il Comando di Polizia municipale) o, alternativamente, al Giudice di Pace, nei termini perentori indicati negli stessi atti, evidenziando ed argomentando le motivazioni che hanno giustificato la circolazione nell’area pedonale, in maniera tale che questa abbia connotati tali da escludere la responsabilità nella specifica violazione al Codice della Strada.
Il riferimento è esclusivamente rivolto ai titolari di permesso rilasciato dall’Ente, (del tipo Residente, senza garage o posto macchina privato a Corso Vecchio) che, al di fuori delle fasce orarie (8-11 o 15-16) hanno circolato nell’area pedonale per raggiungere i parcheggi loro riservati (quelli ubicati a Largo Manni), così come previsto dal vigente regolamento comunale, non avendo alcuna indicazione sul tragitto da percorrere in quanto mai adottato alcun provvedimento specifico dell’Ente ovvero non essendo state indicate nel permesso specifiche prescrizioni al riguardo. Questo può ingenerare nel residente la convinzione di essere nel giusto, cioè di compiere un’azione lecita con conseguente esclusione della responsabilità.
Qualora il cittadino opti per l’iter avanti al Prefetto, il ricorso avverso i verbali notificati, adeguatamente motivato ed argomentato, verrà trasmesso dall’Ente alla Prefettura, con relazione dettagliata degli Uffici comunali preposti. Sarà comunque la Prefettura a valutare la sussistenza di eventuali cause di esclusione della responsabilità e ad adottare i conseguenti atti.
L’Amministrazione comunale al di fuori delle situazioni prospettate per i residenti, a meno che non vengano evidenziate ed argomentate altre cause di giustificazione escludenti la responsabilità per il fatto illecito (adempimento di un dovere, stato di necessità, ecc.), consiglia di valutare attentamente se fare ricorso, in quanto potrebbe esserci, in caso di esito negativo, un aggravio della sanzione.