“Partire dalla strage di Meltini per chiudere il cerchio intorno al passaggio del Fronte e a quanto la storiografia ha lasciato in sospeso ricordando i cinque tifernati che in quel tragico episodio persero la vita”: sono queste per il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta le finalità del convegno “L’eccidio di Meltini e le stragi dei civili, questioni ancora aperte” in programma sabato 10 novembre alle 9.30 nella sala del consiglio comunale. L’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale insieme all’Istituto di storia politica e sociale “Venanzio Gabriotti” nasce in estate, quando, incontrando i pa-renti delle vittime della strage, il sindaco annunciò l’intenzione di approfondire il tema delle morti civili e di puntare l’attenzione su un episodio poco noto all’opinione pubblica rispetto agli altri eventi simili che si verificarono nei giorni in cui Città di Castello fu nel mezzo dei due eserciti contrapposti.
Il convegno prevede, dopo i saluti del sindaco, di Sergio Polenzani, presidente dell’istituto “Gabriotti”, di Anna Pacciarini, presidente della sezione tifernate dell’Anpi, di Clara Giulietti, in rappresentanza dei parenti, una ricostruzione generale a cura di Alvaro Tacchini, l’intervento di Mario Lepri, che in una pubblicazione, ha raccolto tutta la documentazione sulla strage di Meltini e formulato una sua teoria su come andarono i fatti, Dino Marinelli, che parlerà della gente comune costretta a confrontarsi con una violenza sconosciuta, e Paola Avorio, dirigente del II Circolo scolastico, ma, in questa sede, nella veste di autrice del libro “Tre noci” in cui, grazie ai documenti degli archivi tedeschi è riuscita a dare un nome e cognome degli ufficiali che ordinarono la strage di Penetola. “Gli storici ci dicono che ricostruire i movimenti della Wermarcht sia la strada maestra per mettere al loro posto anche gli ultimi tasselli rimasti vuoti in questo enorme dramma collettivo che fu l’occupazione tedesca” conclude il sindaco. “Contiamo che gli studenti, soprattutto dell’ultimo anno delle superiori, perché con questo argomento dovranno confrontarsi tra pochi mesi. Inoltre il convegno vuole stimolare la ricerca sui numerosi archivi esteri, ormai disponibili alla consultazione, che, come nel caso del bel volume della dottoressa Paola Avorio, si stanno rivelando fonti importanti”. L’immagine scelta per il convegno è stata la litografia che Aldo Riguccini dedicò ai morti di Meltini, Giovanni ed Emilio Giulietti, Luigi e Domenico Bioli, Romolo Carbini. Si intitola Sepolti nel letame ed è tratto dalla raccolta Orrori in cui rappresentò, nel giugno del 1945, alcuni dei più efferati fatti di sangue di cui si macchiarono nazisti e fascisti.