La scuola, l’istruzione e la cultura contro il terrorismo. Rispondono così 11 studenti sopravvisuti alla strage di Garissa, in Kenya, del due aprile scorso, rialzandosi in piedi e venendo in Italia, a Perugia, per frequentare i corsi e studiare all’Università per Stranieri. Sono 11 ragazzi, 6 donne e 5 uomini per l’esattezza, tutti intorno al ventesimo anno di età, che resteranno nel capoluogo umbro per i prossimi nove mesi grazie a delle borse di studio stanziate dalla Farnesina. Ad accoglierli al loro arrivo all’aeroporto di Fiumicino c’era anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. “E’ un segnale che abbiamo voluto dare subito dopo l’attentato di Garissa in cui il terrorismo uccise 147 persone di come la cooperazione con gli studenti di quella università poteva essere una risposta al terrorismo“, ha detto Gentiloni nella sala del Cerimoniale di Stato dello scalo romano. Il Ministro pochi giorni dopo l’attacco del 2 aprile, perpetrato dai fondamentalisti somali al Shaabab, si recò in Kenya avviando l’iniziativa per le borse di studio.
Presente a Fiumicino anche l’ambasciatore del Kenya in Italia, Josephine Wangari Gaita, che ha ringraziato l’Italia “per aver reso possibile che questi ragazzi continuino i loro studi in un ambiente pacifica”. “Sono certa che ci renderanno fieri – ha aggiunto – Dio li benedica, benedica l’Italia e il Kenya”.
“Mi aspetto un nuovo inizio per me. Personalmente prego perche’ questa sia un’opportunita’ per il mio futuro e un motivo di ispirazione per gli altri. Non importa cosa si debba affrontare, l’importante e’ restare in piedi e continuare a camminare”. Cosi’ Nyna Kozel Nomzamo, studentessa kenyana di 20 anni, superstite della strage di Garissa di aprile scorso.
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