Si terrà il prossimo 13 febbraio l’udienza preliminare che dovrà stabilire se rinviare a giudizio o meno Giorgio Del Papa (nella foto con l'avvocato La Spina), legale rappresentante della Umbria Olii di Campello sul Clitunno dove persero la vita quattro operai della ditta Manili di Narni. La notizia trapela solo in questi minuti anche se tutte le parti in causa ne avrebbero ricevuto formale lo scorso quattro gennaio. Termina così la prima fase del procedimento penale portato avanti dal procuratore capo Gianfranco Riggio e dal sostituto procuratore Pasquale Principato. Una istruttoria complessa, portata a termine con solerzia e senza far registrare alcuna battuta di arresto. Gli atti i due magistrati li hanno depositati lo scorso 4 dicembre, mentre è del 19 la fissazione dell’udienza disposta dal gip del Tribunale di Spoleto. Parti offese sono i familiari delle vittime, il Ministero dell’ambiente, la Regione dell’Umbria e il Comune di Campello.
Da Roma, dove si trovava per motivi di lavoro, il sindaco Paolo Pacifici, contattato da TO®, ha annunciato che il comune si costituirà parte civile: “era necessario attendere l’esito dell’inchiesta prima di prendere una simile decisione. Farlo prima sarebbe stato inopportuno. A questo punto intraprenderemo tutte le azioni possibili”.
Nessun commento invece sull’atto che il legale del Comune, l’avvocato Massimo Marcucci del foro di Spoleto, gli aveva inviato la scorsa settimana. “Sì è vero, l’ho ricevuto ma non ho avuto modo ancora di leggerlo con attenzione. Mi sembra però un documento voluminoso”.
Le accuse mosse a Giorgio del Papa, stando a quanto trapela, sarebbero riassunte in diverse pagine firmate dai due magistrati inquirenti. Molti i reati ipotizzati nei confronti del rappresentante dell’azienda olearia, stando almeno agli articoli del codice penale che sarebbero richiamati nell’ordinanza. Si va dall’omicidio colposo (589 c.p.), alla “rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro” (437), al “delitto colposo di danno” (449), alla “omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro” (451) per finire con il “getto pericoloso di cose” (674 c.p.). Un quadro accusatorio pesante, pesantissimo sul quale la difesa, affidata da Del Papa all’avvocato La Spina del foro di Spoleto, è pronta a dare battaglia punto su punto. La difesa in verità era già partita all’attacco annunciando, lo scorso 13 ottobre, di aver citato per danni i periti nominati dalla procura.
La parola ora passa al gup che il 13 febbraio deciderà se Giorgio Del Papa deve esser rinviato a giudizio o prosciolto.
(C.C.)
mvsdpvc