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Strage a palazzo, gli ultimi minuti dell’assassino-suicida – Umbria sotto choc – Vd e foto

Sara Minciaroni

Aveva pianificato tutto, forse da mesi. Andrea Zampi (nella foto), il 43enne perugino che stamani ha aperto il fuoco uccidendo due impiegate della Regione Umbria togliendosi poi la vita, con ogni probabilità aveva deciso da tempo di farla finita. Non senza però trascinare nel baratro della follia le due povere vittime. Così intorno a mezzogiorno si è presentato a palazzo Broletto, ha consegnato la carta d’identità al servizio di vigilanza e ha superato i tornelli diretto verso il quarto piano, quello che ospita gli uffici per il rilascio dell’accreditamento alle società di formazione.

LA FOLLIA IN DIRETTA DAL BROLETTO – Video

Nessuno poteva accorgersi che aveva con sé una Beretta Stoeger cougar 9 mm (l’ingresso del palazzo non è provvisto di metal detector), legalmente acquistata in una armeria di Perugia. Un acquisto fatto “molto di recente”, sostengono gli investigatori che stanno passando al setaccio le ultime settimane dell’omicida-suicida. A dicembre Zampi aveva rilasciato una intervista ai praticanti della Scuola di giornalismo con cui denunciava di aver perso l’accreditamento “e conseguentemente” un importante finanziamento “…mi mancavano tre cartellini, libretto di fumo, macchine in movimento, una cavolata… mi hanno tolto un accreditamento e di conseguenza i 130 mila euro di finanziamento approvato, sono finito».
Nessuno avrebbe mai pensato che poche settimane dopo la sua rabbia avrebbe distrutto la vita di Margherita Peccati, responsabile dell’ufficio accreditamento, della sua assistente, Daniela Crispolti, e delle loro famiglie.

LA TESTIMONE “URLAVA “MI AVETE ROVINATO”, POI GLI SPARI” – VD

Ma torniamo sulla scena del delitto. Zampi, giunto al quarto piano, comincia a strillare puntando dritto verso la stanza della Peccati ed apre il fuoco. Dentro c'è anche l'assistente Crispolti. Uno, due, quattro colpi che lasciano stese a terra in una pozza di sangue le due impiegate. Nelle altre stanze i colleghi delle vittime chiudono a chiave le porte dei propri uffici e si riparano dietro scrivanie e armadi. Zampi a questo punto infila la porta di una toilette, si punta la pistola contro e apre il fuoco.

L’allarme lanciato dai dipendenti alle forze dell’ordine non serve più a nulla, se non a constatare la strage. Per più di un’ora gli inquirenti ascoltano alcuni colleghi delle vittime. Al Broletto cominciano ad arrivare assessori e consiglieri regionali, sconvolti per la notizia. Raggiunta a Roma, dove era per la segreteria nazionale del Pd, la governatrice Catiuscia Marini decide di rientrare immediatamente su Perugia. Ancora non sa che una delle due vittime è Daniela Crispolti con la quale aveva condiviso gli anni al liceo classico “Jacopone da Todi”. Era una delle tante precarie della pubblica amministrazione. Uccisa in una giornata di lavoro da poco più di 1.000 euro al mese.

LE LACRIME DELLA GOVERNATRICE: “BARBARIE” – Vd

Polizia e carabinieri intanto scavano nella vita di questo 43enne che aveva preso le redini dell’impresa dei genitori, l’Associazione Progetto Moda, la cui sede è in via Enrico Toti a Perugia. Il profilo che ne esce, almeno per il momento, rende ancor più tragica la vicenda che forse si sarebbe potuta evitare. Andrea Zampi, infatti, soffriva di disturbi psichici tanto da esser stato in cura in un centro di Pisa. Anche per questo la Questura anni fa gli aveva revocato il porto d’armi imponendogli la restituzione delle armi. Fino allo scorso mese di settembre, quando si era presentato di nuovo in Polizia presentando un certificato medico che lo vedeva idoneo al possesso di armi da fuoco per uso sportivo. E’ con la conseguente autorizzazione ottenuta dalla Questura che è riuscito ad acquistare in armeria la pistola della strage.

Dalle informazioni che mi date dovrebbe trattarsi della semiautomatica di calibro 9×21 mm prodotta dalla Beretta in uno stabilimento della Turchia” ci dice al telefono il cavaliere Pietro Nicoli, segretario dell’associazione Museo delle Armi di Terni e fra i maggiori esperti in Italia di armi da sparo “si tratta di una pistola che esce dagli schemi, per via della canna rototraslante, a suo modo rivoluzionaria sotto il profilo balistico. Dovrebbe appartenere alla serie 8000. Una pistola da difesa non proprio adatta all’uso sportivo ma ugualmente mortale come lo sono tutte le armi da fuoco, specie se utilizzata a distanza ravvicinata”.

Quello dell’accreditamento dell’Associazione era condizione indispensabile per attingere ai fondi comunitari (la presidente Marini ha smentito che ci fossero pratiche in corso per la concessione di fondi dell’ente regionale). L’associazione di Zampi, stando a quanto dichiarato a Tuttoggi.info dai vertici del Palazzo, aveva perso i requisiti già nel 2009, poi riottenuti nel 2011. Il 43enne aveva saputo che il rinnovo per il 2013 non era andato a buon fine e così ha maturato l’idea di farla pagare alle due impiegate. Senza alcuna pietà. A casa dei genitori dell’omicida-suicida sarebbero stati ritrovati alcuni messaggi, anche a sfondo religioso, ora al vaglio degli investigatori che sono coordinati dal pm Massimo Casucci.

Il pensiero di tutta la comunità umbra è rivolto ai familiari di Margherita Peccati e Daniela Crispolti. La prima aveva 61 anni e abitava nel comune di Umbertide, lascia il marito e un figlio. Daniela, 46 anni, abitava a Todi con i genitori e un fratello. La prima sognava la meritata pensione, l’assistente una stabilizzazione del proprio contratto di lavoro. Ma il loro sogno e le loro vite si sono infrante oggi, sotto i colpi del folle, alla vigilia della Festa delle donne. Le due città sono a lutto, come quella di Perugia il cui sindaco Boccali ha fatto annullare tutte le manifestazioni in programma e decretato il lutto cittadino.

A tarda sera gli inquirenti, la scientifica ed i medici legali hanno concluso i rilievi. Al quarto piano rimangono i sigilli, domani potrebbero esserne effettuati altre indagini sulla scena del delitto. Le salme dei tre sono state trasferite all'obitorio del Santa Maria della Misericordia di Perugia a disposizione dell'autorità giudiziaria che domattina formalizzerà gli incarichi per gli esami autoptici che dovranno stabilire anche quanti proiettili hanno raggiunto le vittime. Da un primo esame sembra le due donne siano state centrate da almeno due colpi, sparati da distanza ravvicinata alla testa e al tronco di ognuna. In totale Zampi avrebbe sparato nove dei 13 colpi, inclusi quelli sparati nel corridoio e l'ultimo con cui si è tolto la vita.

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