Lo stop alla procedura per la gara del termovalorizzatore, decisa dal consiglio di Auri, ha innescato una serie di polemiche politiche, abbastanza naturali all’indomani dello storico risultato delle elezioni regionali, che hanno riportato il centrosinistra al governo dell’Umbria proprio sull’onda delle promesse di uno stop alla procedura per il termovalorizzatore.
“Non siamo ancora insediati, ma abbiamo già mantenuto la prima promessa – scrive Tommaso Bori, segretario regionale Pd e in predicato di un posto in giunta – Grazie al voto decisivo dei sindaci di centrosinistra, è stata bloccata la procedura per il nuovo inceneritore voluto da Donatella Tesei, l’ormai ex presidente bocciata dagli umbri alle urne. Un’opera inutile e costosa, pensata per importare rifiuti da altre regioni, che avrebbe danneggiato il territorio. I sindaci di centrodestra, invece, si sono schierati a favore. Questa è la differenza tra chi lavora per i cittadini e chi per altri interessi”.
Il centrodestra apre però il fuoco di sbarramento. Tra questi c’è il segretario della Lega, Riccardo Augusto Marchetti: “Questo è il primo e pericoloso passo indietro che il campo extra-large della Presidente Proietti sta facendo compiere all’Umbria a causa di veti ideologici che causeranno una paralisi amministrativa che porterà la regione al collasso. Smettano con la retorica pseudo ambientalista e dicano chiaramente come credono di riuscire a chiudere il ciclo dei rifiuti senza ricorrere alla termovalorizzazione. Intendono forse ampliare ulteriormente le discariche oppure magari portare i rifiuti fuori dalla nostra regione? Entrambe decisioni che si ripercuoterebbero negativamente sulle tasche degli umbri con un significativo aumento della TARI“. Marchetti sottolinea come la scelta sia in antitesi con quanto portato avanti in Emilia Romagna o in Toscana dalla sinistra.
Sulla stessa linea una nota firmata dai sindaci di centrodestra: “Continueremo a portare i nostri rifiuti nelle discariche, con tutti i problemi che queste comportano per i cittadini e per l’ambiente che, evidentemente non interessano a nessuno. Questa la scellerata decisione della sinistra umbra, che, coerente con quanto aveva detto in questi anni, non sta perdendo tempo per portare la nostra regione al pari dei paesi del terzo mondo. È una decisione della quale dovranno rispondere alle loro coscienze, ammesso che ne abbiano, ed ai cittadini umbri”. “Ne riparleremo a brevissimo. Quando fra tre mesi verranno approvate le tariffe della TARI per il 2025. Quando i cittadini capiranno quello di cui è capace un governo regionale di veterocomunisti e fanatici ambientalisti, più inclini alle bugie che al fare, con responsabilità, quello che si deve fare”.
Sul tema termovalorizzatore interviene anche il neoconsigliere regionale di Alleanza verdi sinistra, Fabrizio Ricci: “Lo stop deciso dall’Auri rispetto all’ipotesi inceneritore, così cara alla destra, è una buona notizia, che va nella direzione di un necessario e radicale cambiamento di visione sulla gestione del ciclo dei rifiuti”. “Come Avs, insieme alla coalizione guidata dalla nostra presidente, Stefania Proietti – continua Ricci – abbiamo chiarito sin dal principio che la strada da seguire è quella dell’estensione del porta a porta su tutto il territorio regionale, della riduzione della produzione dei rifiuti e dell’investimento nella filiera del riutilizzo e del riciclaggio. In questo modo l’Umbria può ridurre la produzione di rifiuto urbano residuo a 40.000 tonnellate annue, contro le 170.000 tonnellate previste dal bando dell’inceneritore. Uno scenario nel quale non solo non avremo bisogno di nuove discariche né di bruciare rifiuti, al contrario di quanto afferma la destra, ma potremo favorire lo sviluppo di filiere innovative e generare lavoro di qualità”.
Nei giorni scorsi, all’indomani della notizia della riunione Auri, anche il battibecco tra Eleonora Pace (Fdi) e Luca Simonetti (M5S).