Federcaccia, nella persona del presidente nazionale Massimo Buconi, si è costituita in giudizio, presentando istanza di revoca del decreto monocratico con cui il Tar dell’Umbria, in attesa del giudizio di merito fissato per il 4 ottobre, ha accolto la sospensiva richiesta dalle associazioni ambientaliste per numerose specie, bloccando di fatto l’avvio della stagione venatoria.
Il controricorso è stato affidato allo studio legale Morbidelli, Bruni, Righi, Traina e associati. In esso si chiede la revoca del decreto di sospensiva (o in subordine la parziale modifica) alla luce della certificazione resa dall’Ente Acque Umbro Toscana, che gestisce le dighe di Montedoglio e del Chiascio, circa la risorse idriche che hanno consentito di superare i disagi della siccità.
Si lamenta inoltre la mancata notifica del ricorso, da parte degli ambientalisti, alle associazioni venatorie. E di aver depositato il ricorso domenica 4 settembre, così da non rendere possibile la fissazione dell’udienza in Camera di consiglio prima del 18 settembre, giorno dell’apertura della stagione venatoria.
Federcaccia ritiene infondato il ricorso, ricordando che gli uccelli migratori iniziano la migrazione post nuziale dai Paesi di nidificazione “non prima di agosto/settembre e arrivano solo successivamente in Italia per svernarvi”. E quindi queste specie non possono soffrire la siccità estiva.
La fauna stanziale, invece, non ha sofferto la siccità che ha riguardato le campagne. Tanto più, sottolinea Federcaccia, che l’assenza di piogge primaverili ed estive è un fattore che favorisce la riproduzione di molte specie selvatiche.
Inoltre si sottolinea come da Calendario venatorio l’apertura generale della caccia sia stata fissata alla terza domenica del mese di settembre, nel rispetto della normativa europea. Quanto al parere di Ispra (che indica come primo ottobre la data per molte specie) si ricorda come questo non sia attendibile e sia stato sconfessato dal recente pronunciamento del Tar dell’Emilia Romagna.
Alla luce di queste valutazioni Federcaccia chiede al presidente del Tar di eliminare la sospensiva decretata il 7 settembre. O in subordine, di limitare lo stop alle sole specie migratorie. E comunque di anticipare al 20 settembre la Camera di consiglio fissata al 4 ottobre.