Il Tar del Lazio ha bocciato l’ordinanza con cui il sindaco di Ceprano, lo scorso aprile, aveva emanato un’ordinanza contingibile e urgente per lo stop della caccia al cinghiale “a salvaguardia della pubblica incolumità nelle zone adiacenti le aree abitate e produttive”.
Una scelta che ha suscitato le proteste delle associazioni venatorie. La Libera Caccia ha affidato a uno studio legale il ricorso per la revoca di un’ordinanza ritenuta “incredibile”.
Istanza che il Tar ha accolto in pieno, ritenendo che l’ordinanza, oltre a non essere coerente con gli obiettivi di contrasto alla Psa, era affetta da un palese difetto di istruttoria e da un eccesso di potere.
“Siamo particolarmente orgogliosi – commenta il presidente nazionale della Libera Caccia, Paolo Sparvoli – di aver condotto questa lotta in favore non solo dei cacciatori di questo comune del Frusinate, ma di tutti i cacciatori italiani, contrastando in maniera civile e con argomentazioni tecnico-scientifiche, lo strapotere di tanti amministratori locali che ritengono di potersi sostituire allo Stato e alle Regioni in materia venatoria”