Categorie: Cultura & Spettacolo Spoleto

Stefano di Stasio prossimo protagonista della rassegna Selfportraits/Autori_tratti

Importante appuntamento con l’arte a Spoleto: sabato 12 maggio 2012 alle ore 10, l’artista Stefano di Stasio, tra i maggiori protagonisti del movimento dell’Anacronismo, parteciperà all’iniziativa Selfportraits/Autori_tratti, conferenze-performance di Artisti contemporanei, organizzata dal Liceo Artistico ‘Leoncillo Leonardi’ (Piazza XX Settembre, Spoleto, Pg). Gli incontri nell’ambito della Kermesse Selfportraits/Autori_tratti, sono concepiti come conferenze-performance nel corso delle quali viene solitamente esposta un’opera dell’artista chiamato ad intervenire, dando così vita anche ad un evento espositivo temporaneo.

Stefano Di Stasio Nato a Napoli nel 1948, vive e lavora a Roma. Va annoverato tra gli artisti fondamentali dell'Anacronismo, movimento artistico sviluppatosi in Italia tra la fine degli anni settanta e la metà degli anni ottanta, risultando uno dei momenti salienti dell'attuale ritorno in Italia alla immagine narrata, nato come contrapposizione alle correnti del periodo. L'artista è sicuramente uno tra i protagonisti indiscussi di quel ritorno alla pittura che ha caratterizzato gli ultimi venti anni del Ventesimo Secolo, tra gli annessi al movimento forse è la presenza di maggiore spicco e qualità dopo Mariani, immerso nel ruolo del copista con risultati perfetti. È stato presente con sala personale alle Biennali di Venezia del 1984 e del 1995. Ha partecipato alla XI, XII, XIII Quadriennale Nazionale D'Arte di Roma. Sue opere sono presenti nella Collezione del Ministero degli Esteri.

Di lui è stato scritto – “La sua pittura attraversa il cuore più intimo dell’immaginario metafisico e surreale, sul quale ha saputo innestare, attraverso la grazia del disegno, le inquietudini di scenari psichici dell’uomo contemporaneo. Autore di miti del nostro tempo, o meglio sceneggiatore del mito dentro il nostro presente, Di Stasio è stato il protagonista forse più puro, fin dalla fine degli anni Settanta, di un recupero della pittura sulla base di una “bella maniera” senza mai cadere, come sarebbe avvenuto in Italia, nella trappola di un esibizionistico neocitazionismo o del cosiddetto “nomadismo” linguistico. Intrecciando letteratura, onirismo, visionarietà, teatralità, vissuto personale, Di Stasio può dirsi autore di opere liriche dove di scena è la psiche del sognatore il cui occhio, per citare Shakespeare, si è fatto pittore ed il cui corpo fa dunque da cornice”.