“Ma che freddo fa” cantava Nada sul palcoscenico del Teatro Ariston, al Festival di Sanremo del '69. Un ritornello che può essere adottato come colonna sonora dai pendolari, viaggiatori e lavoratori che si trovano a dover frequentare la stazione ferroviaria di Foligno, e non perché “non mi ami più” dunque “che freddo fa”.
A seguito dei lavori di ammodernamento della struttura, non ancora del tutto terminati ma in gran parte completati (vedi atrio) non si è infatti provveduto al ricollocamento delle porte scorrevoli che davano accesso, dall’esterno, all’atrio della stazione, dove è possibile consultare il tabellone e leggere gli orari dei “treni in arrivo” e dei “treni in partenza”, acquistare i biglietti allo sportello della biglietteria o alla macchina della biglietteria automatica, ritirare il denaro allo sportello bancario automatico e sedersi sulle panchine in attesa del proprio treno… Se si ha una buona dose di sopportazione del freddo e si riesce a rimanere immuni da raffreddore, tosse e febbre, visto che la mancanza di porte lascia continuamente l’atrio in balia degli spifferi e delle temperature gelide di questi giorni e di quelle che inevitabilmente arriveranno con l’inverno. Le lamentele sono molte e non mancano neppure le segnalazioni di disagi concreti, come quella di un tecnico che ha avuto difficoltà a lavorare alla macchina della biglietteria automatica perché esposto al vento freddo che accusava arrivasse sino a lui.
Nada cantava che “basterebbe una carezza”. Il frequentatore di turno, probabilmente, che “basterebbe una porta”.
(Elisa Panetto)
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