Luca Biribanti
Il caso era scoppiato lo scorso 14 novembre a margine di una riunione del Pd, quando il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, aveva duramente attaccato la classe dei giornalisti locali. “Corrotta e viziata dal potere”, con queste parole il primo cittadino ternano aveva risposto alle domande di Andrea Giuli del “Gironale dell'Umbria” in un'intervista rilasciata il giorno seguente. Di Girolamo ha poi aggiunto: “La stampa dedita ad amplificare i vizi e le dinamiche, anche più discutibili, di noi classe politica. Siete, insomma, l’altra faccia, in peggio, della medaglia del potere politico e delle sue beghe”.
Il sindaco ha poi precisato che “i giornalisti non danno abbastanza importanza ai dati che vedono spesso Terni in posizioni di merito negli studi su qualità della vita e ambiente. Si dà invece eccessiva risonanza alle cose più minime e basse del dibattito di palazzo, nelle quali metto anche me stesso. Ecco cosa intendevo parlando di stampa corrotta”.
L'uscita del sindaco ha suscitato grande clamore, tanto che Di Girolamo il giorno successivo era tornato sull'argomento con una nota scritta di proprio pugno.
Ecco la nota – A fronte di una polemica che monta e di alcune prese di posizione politiche strumentali, ribadisco che non ho mai inteso dar luogo a valutazioni sulla moralità dei giornalisti ternani, dei quali ho il massimo rispetto e con i quali intrattengo rapporti quotidiani basati sulla reciproca trasparenza, correttezza, cordialità e disponibilità. Ho inteso, bensì, esprimere una critica su un modo di fare informazione che ritengo sia, in alcune circostanze, troppo schiacciato sul pettegolezzo politico.
Ritengo che l’operato di tutti noi sia oggetto di critica e giudizio, quindi anche quello dei giornalisti che operano su Terni. Sono convinto che sia legittimo da parte mia sostenere, argomentando, che c’è una informazione troppo schiacciata su un modo di far politica sbagliato, quello del dire a mezza bocca, del soffermarsi su aspetti del tutto marginali rispetto ai temi centrali della città e quindi della politica. Andare dietro al pettegolezzo, vuol dire, inevitabilmente, amplificarlo, assumerlo a quasi notizia, equipararlo a questioni dirimenti per il futuro della nostra comunità. Chiedere anche agli operatori dell’informazione di guardare, nel massimo rispetto della loro autonomia professionale, ai temi essenziali, cruciali, è semplicemente dettato dalla volontà di chiamare tutte le forze economiche, politiche, intellettuali e culturali di Terni a una crescita collettiva di questa città.
Terni è una grande realtà industriale, immersa negli scenari europei e mondiali, con tutte le difficoltà che questo ne deriva. Se, invece, perdiamo tempo, energie, per andare dietro alle piccolissime questioni legate a personalismi e alle beghe della peggior politica, rischiamo di perdere contatto con la realtà, con la città che oltretutto è fatta di tanti problemi ma anche di tante cose che funzionano ed anche bene.
So bene che deve essere innanzitutto la politica a fare il salto di qualità e a recuperare, in tutte le sue espressioni, il contatto con la realtà, ma non si può non dire che a volte la politica di basso livello non si trova da sola su questo versante. Chiedere con i mezzi di informazione un rapporto sempre improntato sui contenuti, non vuol dire assolutamente mettere in discussione il diritto all’informazione e alla critica dei giornalisti, che anzi sono elementi essenziali della vita democratica, chiaramente anche di Terni, chiedo solo da parte di tutti uno scatto in avanti, in particolare da chi ha grandi potenzialità e capacità intellettuali e professionali. Sono sicuro che gli operatori dell’informazione di questa città sapranno intensificare il loro impegno su questo versante, mossi anche dalla dedizione alla professione e all’attenzione che nutrono nei confronti della comunità ternana”.
Sulla questione è intervenuto oggi l'Ordine dei Giornalisti dell'Umbria, con una lettera aperta al primo cittadino di Terni:
Signor Sindaco,
registriamo con grande preoccupazione nei giudizi da Lei espressi nei confronti di quella che definisce la stampa locale, intendendo con questa i giornalisti che seguono le vicende della sua città e della sua amministrazione. Trattandosi di valutazioni e accuse che riguardano iscritti all’Albo di nostra pertinenza,
dobbiamo innanzitutto chiederLe di segnalare, laddove Lei ne sia a conoscenza, diretta o indiretta, i fatti, le persone e le circostanze che la inducono ad evocare il concetto della corruzione. Crediamo infatti che anche le successive interpretazioni da Lei portate a giustificazione di queste accuse non riescano ad annullare l’effetto di un concetto, un termine, che non può consentire distrazioni.
Il suo ruolo attuale e quello da Lei svolto in passato come legislatore, sia alla Camera che al Senato, Le permettono senza dubbio di comprendere la gravità di quanto affermato. Lo scadere del confronto tra ruoli e componenti del tessuto civile e democratico del nostro Paese, pur essendo purtroppo una ormai non rarissima consuetudine, non giovano all’affermazione di dinamiche del confronto che dovrebbero sempre basarsi sul rispetto reciproco, al di là di ogni possibile durezza della dialettica.
È anche per recuperare questo tenore del confronto che ci rendiamo disponibili, laddove Lei lo ritenesse opportuno per un proficuo chiarimento, ad organizzare nelle forme che si riterranno più opportune un incontro con i responsabili delle testate giornalistiche da Lei messe sotto accusa. Crediamo d’altronde che la storia personale e politica, il valore umano e professionale che la contraddistinguono, siano elementi su cui si possa contare per una serena ricomposizione di rapporti, basati sulla chiarezza, pur nella distinzione dei ruoli e della legittima differenza di valutazione delle vicende cittadine.
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