È stallo sul telelavoro al Comune di Perugia e la capogruppo del Movimento 5 stelle, Cristina Rosetti, sollecita la Giunta Romizi a riattivare le procedure.
“Il telelavoro – spiega la consigliera penta stellata – è una grossa opportunità per le amministrazioni pubbliche, permette di razionalizzare l’organizzazione del lavoro e di realizzare economie di gestione attraverso l’impiego flessibile delle risorse umane.
Ormai da anni è permesso alle amministrazioni pubbliche di avvalersi di forme di lavoro a distanza, potendo autorizzare i propri dipendenti ad effettuare, a parità di salario, la prestazione lavorativa in luogo diverso dalla sede di lavoro, ovviamente, previa determinazione delle modalità per la verifica dell’adempimento della prestazione stessa. Nel 2015 e successivamente con le linee guida del Ministero, nel 2017, la legge nazionale ha imposto l’individuazione di obiettivi annuali, ponendo l’accento sull’importanza del telelavoro anche quale strumento per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti, le cure parentali e il benessere organizzativo. A ciò si affiancano le importanti economie di gestione che potrebbero derivare dall’impiego flessibile delle risorse umane. Una visione del lavoro nuova volta a stimolare l’autonomia e la responsabilità dei lavoratori.
Purtroppo, il Comune di Perugia è ben lontano dal raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge e dalle direttive ministeriali e non ha colto alcuna delle opportunità a cui il telelavoro potrebbe condurre. Infatti, a seguito delle deliberazioni della Giunta comunale n. 282 del 26.07.2012 e n. 69 del 14.03.2013, in data 28.03.2013, è stato sottoscritto dall’amministrazione e dalle rappresentanze sindacali l’accordo per la disciplina generale del telelavoro, da avviare in via sperimentale nel Comune di Perugia, come modalità alternativa della prestazione lavorativa per i dipendenti in situazione di svantaggio personale e per l’efficiente espletamento di specifici servizi. In attuazione delle disposizioni di cui ai citati atti è stato attivato nell’anno 2015 un primo anno di sperimentazione per n. 4 progetti di telelavoro, successivamente prorogati di anno in anno. E, oggi, di fatto, siamo allo stallo.
Infatti, attualmente, le postazioni di telelavoro in corso – in virtù di proroghe – risultano solamente tre e l’amministrazione, dall’anno 2013, non ha più espletato procedure di selezione per l’accesso al telelavoro. Purtroppo, la Giunta Romizi è totalmente deficitaria tanto sul piano organizzativo che su quello della promozione del benessere organizzativo, quando è noto che l’organizzazione dell’Ente, la cura del benessere organizzativo e l’attenzione alla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, tra tempi di cura e quelli dedicati al lavoro costituiscono aspetti strategici per la capacità stessa dell’Ente di rispondere ai bisogni della città e dei cittadini. Il M5S ha quindi depositato un ordine del giorno che impegna il Sindaco e la Giunta ad adottare tutte le misure organizzative necessarie, volte ad implementare il telelavoro nel Comune di Perugia e forme flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa (c.d. lavoro agile o smart working), che attuino, da un lato, la razionalizzazione dell’organizzazione del lavoro e la realizzazione di economie di gestione e dall’altro rafforzino l’equilibrio tra vita professionale e vita privata dei lavoratori; nonché a stanziare, nei limiti delle risorse di bilancio disponibili, le risorse necessarie per l’implementazione del telelavoro, ivi comprese le apparecchiature informatiche e telematiche necessarie per l’organizzazione del (tele)lavoro agile”.