Il presidente rossoblu sbotta dopo l'ultima comunicazione di Umbra Acque sul consumo di 500 metri cubi con l'impianto di fatto inutilizzato da maggio "Ci sono perdite occulte, ora basta! Non vorremmo riflettere su eventualità di far giocare il Gubbio altrove"
Continuano le polemiche sulle condizioni dello stadio “Pietro Barbetti” di Gubbio. Nella mattinata di ieri (8 luglio) è infatti arrivata alla società rossoblu una comunicazione da parte di Umbra Acque, con la quale è stato segnalato il consumo di 500 metri cubi di acqua, nonostante l’impianto non sia stato mai utilizzato negli ultimi tre mesi per l’attività della stagione sportiva di fatto sospesa.
“Fino ad oggi questa Società – ha dichiarato il presidente rossoblu Sauro Notari – ha sempre cercato di sopperire alle mancanze da parte dell’Ente proprietario dell’impianto, comprendendo tutti i momenti e le situazioni che quotidianamente viviamo; ora è il momento di dire basta in quanto la situazione è divenuta veramente insostenibile“.
In quattro anni, infatti, l’As Gubbio ha ricevuto bollette dai 52.000 a 63.000 euro e “l’ultima che verrà dopo la lettura di oggi, – aggiunge il numero uno rossoblu – rappresenta il risultato della mancata sistemazione dell’anello idrico più volte risultato non idoneo, con sopralluoghi e prove che hanno dimostrato perdite occulte nell’intero impianto. Pertanto non è più possibile accettare tale situazione, dal momento che la Società ha investito molte risorse economiche al fine di migliorare la struttura dell’intero stadio”.
“I silenzi e le mancate risoluzioni dei problemi non sono oltremodo sopportabili, – conclude il presidente – sia dal punto di vista logistico che economico-finanziario. Non vorremmo, perdurante tale situazione, riflettere sull’eventualità di far disputare le partite interne in strutture diverse da quella eugubina. Ciò non deve costituire una forma ricattatoria ma uno stimolo per un senso di responsabilità, al fine di consentire quel normale percorso di crescita che il sottoscritto Presidente, l’intera Società e collettività auspicano nell’interesse di tutti”.