La Giunta regionale spieghi quali azioni intende attuare per “stabilizzare i lavoratori precari con alta professionalità che da tempo collaborano con la struttura pubblica”. Lo chiede, con una interrogazione, il consigliere regionale di Alleanza nazionale Andrea Lignani Marchesani, che domanda anche “se nelle Asl dell'Umbria siano state effettuate le ricognizioni (così come stabilito dall'articolo 4 della legge regionale n. 16/2005) dei rapporti di lavoro subordinato o para subordinato a tempo determinato attivati negli ultimi cinque anni e, in caso negativo, quali siano state le cause di tale mancanze e quali provvedimenti intenda prendere nei confronti dei responsabili”.”Le Asl – spiega Lignani – stanno da tempo ricorrendo a rapporti di lavoro con veterinari e psicologi, aventi caratteristiche di flessibilità e di atipicità. I medici inquadrati con tale tipo di rapporto permangono in un evidente stato di precarietà per il loro futuro lavorativo, avendo la maggior parte di essi contratti a tempo determinato o autonomo di collaborazione coordinata e continuativa o di collaborazione a progetto. Diverse – continua il consigliere regionale – sono state le proposte presentate, sia a livello parlamentare che a livello consiliare, per stabilizzare con contratti a tempo indeterminato i cosiddetti 'lavoratori atipici', in particolare quelli che hanno rapporto professionale continuativo con le strutture pubbliche. La legge regionale n. 16 del 2005 (“Disposizioni in materia di dotazioni organiche e di reclutamento del personale nelle Aziende sanitarie regionali”), stabilisce che le Aziende sanitarie, nei limiti dei tetti di spesa fissati dalla Giunta regionale e tenendo conto della loro situazione economico-finanziaria, procedano alle assunzioni di personale per la copertura dei posti vacanti della propria dotazione organica, secondo piani annuali di reclutamento che individuano le priorità, previa ricognizione dei rapporti di lavoro subordinato o para subordinato a tempo determinato attivati negli ultimi cinque anni con le aziende stesse. Sempre la legge 16 prevede che la Giunta regionale approvi, entro quaranta giorni dal ricevimento, il Piano annuale di reclutamento, dopo aver verificato la sua congruità con i criteri economici stabiliti. Ad oggi – si legge nella nota – due Regioni (il Lazio ed il Veneto) hanno già operato, pur con diverse modalità dal punto di vista tecnico-burocratico, per trovare una soluzione per la stabilizzazione dei precari del comparto sanità nelle rispettive Asl: nella Regione Lazio le Asl hanno stabilizzato i titolari di contratti atipici che abbiano prestato servizio per almeno 18 mesi; in Veneto il protocollo d'intesa raggiunto con le organizzazioni sindacali di categoria prevede la stabilizzazione di medici e veterinari, in servizio al 24 febbraio 2007 complessivamente da più di tre anni e con rapporto di dipendenza a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa o di collaborazione a progetto, previo espletamento di apposito concorso specifico per profilo e disciplina per stabilirne una graduatoria”.Lignani Marchesani ricorda che “è in corso un tavolo di concertazione tra le organizzazioni sindacali umbre del settore sanitario e la Regione Umbria volto alla ricerca di una soluzione per i rapporti lavorativo precario, ma nella recente riunione del 12 novembre non si sono fatti passi avanti, risultando tale incontro del tutto interlocutorio ed improduttivo, di fatto congelando la trattativa”.