Categorie: Cronaca Perugia

Dove sta andando il giornalismo? Se ne parla alla decima edizione del festival

Una presentazione ricca di emozioni. “Un grazie con il cuore a Dante”. Arianna Ciccone svela la nuova edizione del Festival internazionale del giornalismo, con un omaggio a Dante Ciliani, giornalista ed ex presidente dell’Ordine professionale umbro scomparso nei mesi scorsi. Dal 6 al 10 aprile il centro storico del capoluogo umbro, con i suoi teatri e le sale dei palazzi storici perugini torna a fare ancora una volta da sfondo ad oltre 200 eventi tra incontri-dibattito, interviste, presentazioni di libri, workshop e serate teatrali. “Il festival o si fa a Perugia o non si fa”, fa chiarezza Arianna Ciccone. “Come and join us!”! un invito alla partecipazione e alla conversazione. Perché il giornalismo è soprattutto questo, la necessità di confrontarsi e raccontare storie. Quest’anno, proprio per il periodo di crisi nera che l’editoria sta attraversando, Arianna e il suo staff vogliono chiedersi dove sta andando il giornalismo. “Stiamo vivendo uno stato di rivoluzione permanente. – chiarisce la Ciccone – Dobbiamo fare di più i giornalisti mettendo in gioco la qualità e l’indipendenza. Il giornalismo è fondamentale per la democrazia e con un giornalismo più debole siamo più deboli anche come cittadini”.

A confermare quanto il festival giochi un ruolo importante per l’Umbria, la presidente della Regione Catiuscia Marini che rinnova “la collaborazione delle Istituzioni ad un evento che mira alla valorizzazione della promozione del territorio e alla comunicazione in ogni sua forma”. “Grazie a voi il festival – continua la Marini rivolgendosi a ad Arianna e a Chris Potter, compagno di vita e avventura – è diventato un appuntamento di grande prestigio e di grande notorietà per la città e per la regione”. Infine una novità: “Quest’anno –spiega Arianna Ciccone – anche il Comune di Perugia ha voluto essere presente alla manifestazione con appuntamenti particolari”.

Concentrare nomi importanti del mondo del giornalismo in pochi giorni di eventi, così da mettere a disposizione degli appassionati e degli addetti ai lavori inventiva, creatività e sapere. Il pubblico e gli speaker in arrivo da tutto il mondo saranno impegnati ad affrontare questi temi che riguardano la riflessione giornalistica, ma anche tematiche legate all’attualità: i migranti, le guerre, il terrorismo, la rinascita dei nazionalismi. L’Europa in crisi e le nuove sfide della democrazia, la privacy e la sorveglianza di massa, la libertà di espressione e la lotta contro la censura, il ruolo delle organizzazioni non governative e nel coprire i territori di guerra.

Come sempre arriveranno da tutto il mondo i volontari, circa 200, tra studenti, aspiranti giornalisti, fotografi provenienti da 19 diversi paesi: Brasile, Bulgaria, Camerun, Egitto, Francia, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti, India, Iraq, Kenya. E ancora, oltre 80 dibattiti sui temi caldi del settore sia da un punto di vista internazionale ma anche un occhio di riguardo allo stato dell’informazione locale.

Grazie a sponsor e partner, durante i 5 giorni si svolgeranno 200 appuntamenti con 500 speaker da 34 paesi diversi. Tutto ad ingresso libero e live streaming. Quattro i talk di 16 minuti affidati a personalità del mondo dei media molto diverse tra loro, che porteranno al festival le loro storie, le loro esperienze, le loro riflessioni. Quattro incontri sul mondo del giornalismo che cambia e sulla battaglia per la democrazia e la libertà di informazione. Sarà  Mark Little (introduce e modera Anna Masera, public editor La Stampa) a parlare del decimo compleanno di Twitte: “quale futuro per la piattaforma che ha rivoluzionato le news”? Tra i talk del festival, Hossein Derakhshan (introduce e modera Carola Frediani, La Stampa) tratterà invece del giornalismo nell’era post-web: cosa abbiamo perso, cosa abbiamo conquistato, cosa ci aspetta.

Per la prima volta in Italia l’installazione Anything to Say? dell’artista Davide Dormino. Si tratta di una scultura di bronzo che ritrae a grandezza naturale le tre figure di Edward Snowden, Julian Assange e Chelsea Manning, che hanno avuto il coraggio di dire no all’intrusione della sorveglianza globale e alle bugie che portano alla guerra. La quarta sedia è vuota e serve per invitare il pubblico all’azione prendendo posizione simbolicamente al fianco delle tre figure. La statua è in tour europeo: Berlino, Dresda, Ginevra, Strasburgo, e sarà per la prima volta in Italia a Perugia, in Piazza IV Novembre, per il Festival. Organizzato in collaborazione con Comune di Perugia.