Il progetto era ambizioso, importante e, soprattutto, finanziato dall’Unione europea: promuovere la salute e il benessere, coinvolgendo cittadini da 16 Paesi d’Europa, attraverso l’ex ferrovia Spoleto-Norcia e lo sport. Ma i dubbi instillati dall’ex sindaco Umberto de Augustinis e dalla sua Giunta avevano fatto sì che parte del progetto “SportGiveChance” – tranne quello che era già in corso – venisse boicottato.
Con l’allora primo cittadino, appena insediato nel 2018, che – dopo aver disertato l’evento – aveva addirittura presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Spoleto. Ora che tutto è stato archiviato (com’era nell’aria da tempo), la dirigente comunale finita suo malgrado nel mirino degli inquirenti e della politica, Stefania Nichinonni, si toglie i sassolini dalle scarpe. E accusa l’ex Giunta ma perfino alcuni colleghi del Comune di Spoleto.
Lei è stata completamente scagionata dalle accuse (su cui gli stessi inquirenti sin da subito va detto che avevano manifestato velatamente dubbi), ma la città ha perso una importante occasione di sviluppo.
Nel frattempo anche l’Unione europea aveva avallato il rendiconto del progetto (nonostante il braccio di ferro di de Augustinis per la firma di alcuni atti), con tanto di soddisfazione – quando si dice la coerenza! – espressa dallo stesso allora primo cittadino. Ma il progetto iniziale pensato dalla Giunta Cardarelli e che era stato seguito dall’allora consigliere delegato Roberto Settimi, con il massimo impegno appunto della dirigente Nichinonni, prevedeva anche step futuri con possibili finanziamenti per le annualità successive. Che per colpa di tutte le polemiche sono saltati.
E così, ora che anche l’inchiesta penale è stata archiviata e tutto è finito come una bolla di sapone, la dirigente comunale si sfoga con un lungo post su Facebook, ripercorrendo tutta la vicenda relativa a SportGiveChance.
Di seguito lo sfogo integrale pubblicato sul social network da Stefania Nichinonni, che sta incassando la solidarietà di numerosi amministratori passati e presenti, oltre a volontari dell’evento.
“Estate 2018: la Giunta di Spoleto, appena insediata, segnala alla Procura evidenti irregolarità nel procedimento amministrativo che ha accompagnato la preparazione del progetto SPORTGIVECHANCE, finanziato dalla commissione europea nell’ambito del programma Erasmus plus, di cui il Comune di Spoleto è capofila e io responsabile di progetto. Ci sono voluti 3 anni perché venisse evidenziata dalla magistratura la insussistenza delle accuse e lo si potesse sapere. “Quando tutto sarà finito nessuno te lo comunicherà” mi dicevano. E infatti ho dovuto costatarlo, chiedendo il mio casellario giudiziario da cui “non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazioni”. TUTTO ARCHIVIATO.
Ora sarebbe tempo di scuse e di risarcimenti. Vero ex amministratori e compiacenti sostenitori e complici sostenitrici? Vero condiscendenti apicali? E ancora più che a me, sarebbe tempo di scuse alla città.
Le linee guida che emersero dal progetto SPORTGIVECHANCE Erasmus plus – frutto di oltre 2 anni di lavoro con municipalità e Università europee, centri di formazione stranieri e italiani, associazioni di diabetici locali e nazionali, associazioni sportive italiane ed internazionali , 16 delegazioni di altrettanti paesi europei che non furono nemmeno accolte nella sede comunale, – indicavano la via! Un progetto che poteva far diventare Spoleto, fin dal 2018, centro europeo del connubio sport e benessere, sede di eventi nazionali organizzati da associazioni di diabetici, nonché partner di una rete europea consolidata che avrebbe potuto ambire, negli anni successivi, ad intercettare fondi europei in maniera stabile. Un progetto vinto di 635.000 euro di cui più dei 2/3 ricaduti direttamente sul nostro territorio. Tutto interrotto, tutto vanificato. Qualcuno oggi dovrebbe spiegarne agli spoletini il motivo, perché la città non l’ha capito allora e non lo sa oggi. Salvo poi leggere una lettera aperta due anni dopo in cui si parlava di “Spoleto città parco”…
Auguriamoci solo che qualcuno voglia e sappia recuperare quel patrimonio di persone e di risorse e archiviare definitivamente un modo di far politica che non ascolta i cittadini e non valorizza, anzi mortifica, tutti coloro che lavorano con entusiasmo, professionalità e dedizione”.