si Sergio Grifoni (*)
Nei giorni scorsi la Sviluppumbria, in perfetto accordo con la Regione, che ne è capofila, ha presentato il progetto europeo “Emma”, che prevede l’apertura di tre sportelli per la consulenza gratuita a tutte quelle donne che intendono avviare un’attività. Le donne infatti, nel nostro territorio regionale, sono oltre il 50% degli utenti della Sviluppumbria, ma solo un 10% ce la fa ad attivare un’impresa. Una consulenza mirata ed approfondita, erogata appunto attraverso i suddetti tre sportelli, che partiranno il prossimo gennaio, sicuramente farà lievitare tale percentuale, con tutti i benefici possibili ed immaginabili.
Attingere ad informazioni certe su vantaggi e rischi di un’attività; poter ricevere consigli ed aiuto per l’accesso al credito; essere sostenute nella gestione di crisi aziendali, sono tutte peculiarità riservate a questi guidance point, ovvero sportelli d’orientamento. Dove vengono attivati però questi sportelli? Guarda caso a Perugia, a Terni ed a Foligno. Spoleto ne resta fuori! La Sviluppumbria, infatti, d’accordo con la Regione, ha deciso di istituirli presso le proprie sedi che, nelle suddette città, corrispondono a quelle del BIC. Anche Spoleto, però, avrebbe una sede BIC, istituita a suo tempo come sub-contenitore.
Basta entrare nella zona industriale di S. Chiodo, costeggiare il capannone della Tecnocar, per trovarsi di fronte questa pregevole struttura, costruita con soldi pubblici. C’è solo una piccola differenza: questa struttura è abbandonata a se stessa, invasa da erbacce e rovi di ogni genere. Più di un anno fa misi in guardia preventivamente l’Amministrazione comunale sul pericolo che Spoleto avrebbe perso il suo contenitore BIC. Mi fu risposto che tutto era sotto controllo e che, in attesa di una migliore definizione, si era intanto attivato uno sportello , con analoghe funzioni, all’interno della struttura comunale. Ecco i primi risultati.
Secondo me la Sviluppumbria, e la Regione, non hanno mai e poi mai pensato, almeno per un minuto, che anche Spoleto poteva ospitare tale importante sportello di consulenza. Non lo hanno fatto per due semplici motivi. Primo, perché hanno messo una pietra irremovibile sulla riconversione dell’ex BIC spoletino. Secondo, perché presumibilmente nessuno lo ha richiesto con forza e determinazione (ammesso che qualcuno dell’amministrazione se ne fosse accorto). Morale della favola: perdiamo questa ennesima opportunità.
Magari adesso si cercherà di correre ai ripari, chiudendo la stalla quando sono scappati i buoi. Magari si affermerà che, in fondo in fondo, tali strumenti orientativi potrebbero essere sostituiti con altri servizi (quali?). Ho aspettato qualche giorno, prima di avanzare questa denuncia, con la speranza che qualcuno fosse intervenuto a difesa della nostra città. Niente di niente. Sta di fatto che a questa Amministrazione Comunale non bastano più, non solo le critiche, ma nemmeno gli avvertimenti preventivi. Peccato per Spoleto.
(*) Consigliere comunale Spoleto