“Un festival di nuovo genere dove s’incontra la gioventù dei due mondi”. Così veniva presentato nel 1958 il Festival di Spoleto ideato e fondato da Gian Carlo Menotti. Una manifestazione destinata a mutare il corso della storia di una città e a rivoluzionare l’idea del fare cultura a livello nazionale ed internazionale. Alla vigilia della sessantesima edizione del Festival dei Due Mondi,giovedì 29 giugno 2017 si terrà a Spoleto un doppio appuntamento per celebrare la storica manifestazione.
Alle ore 11,00alla Rocca Albornoz-Museo Nazionale del Ducatoverrà presentato il volume “Spoleto 1958. Alle radici della storia. il primo Festival dei Due Mondi”, a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli, edito da Nuova Eliografica Fiori con il sostegno di Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini” e della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto. Intervengono, Lorenzo Salveti, regista già direttore dell’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, e Gherardo Vitali Rosati, critico teatrale e drammaturgo. Modera, Italo Carmignani, giornalista.
Alle ore 17,30a partire dal Palazzo Comunale verrà inaugurata “1958-2017 – La città nel Festival un Festival nella città”, mostra diffusa sui percorsi urbani, ideata e realizzata da Emaki Immagine e comunicazione, con l’organizzazione e il coordinamento di Stefano Bonilli e la direzione artistica di Mario Brunetti. La sezione della mostra “1958: alle radici della storia” è a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli con la collaborazione della Sezione di Archivio di Stato di Spoleto. La sezione 1958/2017 allestita nella Chiesa di S. Agata è in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale – Teatro Romano di Spoleto.
Nell’ambito della stessa iniziativa è inserito anche la tavola rotonda”Il Festival dei Due Mondi e i festival del mondo”(Rocca Albornoz- Museo nazionale del Ducato, 5 e 6 luglio 2017), organizzatadal Polo Museale dell’Umbria in collaborazione conla Fondazione Fitzcarraldo di Torino, Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, e con il sostegno dell’Associazione Rocca Albornoziana, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, Fondazione “Francesca, Valentina e Luigi Antonini”, il patrocinio dell’Ordine nazionale dei Giornalisti e dell’Associazione Amici di Spoleto. La Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia parteciperà agli eventi come media partner.
Il volume
Perché Gian Carlo Menotti scelse Spoleto per realizzare il Festival dei Due Mondi? Come era la città nel 1958? Chi furono i protagonisti? Come era vista l’Italia dai corrispondenti americani arrivati al seguito di Menotti per assistere alla nascita del Festival? Giunti alla sessantesima edizione della manifestazione diretta dal 2007 da Giorgio Ferrara, “imprescindibile appuntamento per la scena italiana ed internazionale”, si è sentita l’esigenza di ripercorreregli esordi di una vicenda tanto affascinante quanto avventurosa.
Così è nata l’idea del volume “Spoleto 1958. Alle radici della storia, il primo Festival dei Due Mondi”, scritto a più mani e a cura di Antonella Manni e Rosaria Mencarelli, quale compendio e integrazione della ricerca iniziata nel 2007 con il volume “Spoleto 1958. Cronache da un Festival”, edito dal Circolo della Stampa di Spoleto.A Moreno Cerquetelli, giornalista Rai che per anni ha seguito la manifestazione spoletina, è stato assegnato il compito di tracciare un profilo artistico e organizzativo della prima edizione. Marco Rambaldiha sviluppato una riflessione sul particolare punto di vista del maggiore quotidiano americano, il New York Times, all’impatto con una realtà tanto diversa da quella statunitense: “New festival in old town”, definì la manifestazione nel 1958 il giornalista Howard Taubman. AntonellaManniha recuperato appunti e immagini del cronista Antonio Busetti conservatipresso l’Archivio Storico Diocesano di Spoleto, facendo riemergere alcuni aspetti cui la città umbra si trovò a far fronte all’avvio del Festival. Infine, Paolo Bianchi della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto che, riportando alla luce documenti inediti dell’Archivio Storico Comunale,ha riallacciato i fili della storia attraverso le lettere scambiate tra Gian Carlo Menotti, il primo sindaco del Festival, Giovanni Toscano, ed altri importanti protagonisti dell’epoca.
La Mostra
Spoleto ha accolto e condiviso la prima grande rassegna multidisciplinare di arte e spettacolo del Novecento, ideata da Gian Carlo Menotti, come campo di contaminazione culturale tra l’Europa e gli Stati Uniti d’America. Per festeggiare il sessantesimo anniversario di questa fantastica creazione, la Città promuove una grande mostra diffusa. Il percorso idealmente parte dalla Rocca Albornoz, con la sezione 1958: alle radici della storia, e si conclude negli spazi, riaperti per l’occasione, dell’ex chiesa di Sant’Agata, dove ci si trova immersi in un racconto evocativo degli accadimenti artistici di questi 60 anni. Frammenti di questo ampio e suggestivo racconto si dipanano in tutta la città lungo i percorsi meccanizzati di accesso al centro storico e nelle attività commerciali.
i luoghi della mostra:
Chiesa di S. Agata 1958/2017
Casa Menotti – Centro documentazione Festival dei Due Mondi
Percorsi della Mobilità Alternativa
Ponzianina / Rocca – 1958: ALLE RADICI DELLA STORIA
Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto/Largo Giuseppe Ermini
Spoletosfera / Piazza della Libertà
Posterna / Piazza Campello
Attività commerciali del centro storico
La tavola rotonda (5-6 luglio)
La tavola rotonda Festival dei Due Mondi e i festival del mondo, articolata in quattro sessioni, promuove un ampio dibattito sulla evoluzione dell’idea di festival. Gli incontri prendono in considerazione aspetti culturali, sociali ed economici emergenti da questo specifico “format” per discutere se e come i festival hanno mantenuto la loro natura di luoghi di innovazione, sperimentazione, propensione al rischio dal punto di vista della ricerca artistica; quanto lo sviluppo e la fortuna di diversi festival siano legati indissolubilmente alle città e ai territori che li ospitano, tanto che negli ultimi anni la formula festival è stata individuata come un dispositivo efficace per contribuire al place branding dei territori; come i festival hanno contributo ad allargare la platea degli spettatori, se hanno lavorato in termini di crescita e di avvicinamento a proposte culturalmente più sperimentali e quali sono oggi i modelli e gli approcci più interessanti di audience development e audience engagement; quale è il ruolo del giornalismo culturale oggi e se la carta stampata e i new media abbiano ruoli diversi e magari complementari per parlare di cultura e a quali pubblici; quali sono i confini tra giornalista culturale ed esperto della materia- critico e quanto si sovrappongono o siano assimilabili queste due figure. Se ne parla con direttori di festival italiani e stranieri, sociologi, economisti, giornalisti.