“In Telecom siamo 53mila. Solo il 3% ha meno di 30 anni. Punto ad alzare questa percentuale al 10. La media generale è di ben 48 anni perché non assumiamo dal 2006. Così non può funzionare”. È molto chiaro sui problemi e sugli obiettivi che ha di fronte Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia, ospite per il secondo anno consecutivo a Spoleto nel ciclo di Incontri di Paolo Mieli, il format pensato dal gruppo Hdrà per il Festival dei 2Mondi che vede alternarsi, in tre fine settimana, grandi nomi della cultura, dell’economia, della politica e delle istituzioni. Un faccia a faccia su questioni di grande attualità e anche sul percorso personale di un autentico innovatore dell’imprenditoria italiana. Telecom, ha ricordato Mieli, “è stata l’unica azienda senza esodati e che non ha fatto torti agli occupati”. Ma non basta. Secondo Patuano “avere ragazzi giovani dà anche un senso all’esperienza. Vogliamo adottare modelli di welfare in modo non difensivo ma espansivo per provare a svecchiare l’azienda senza fare torto a nessuno”. Patuano, guardando indietro al momento di svolta del suo percorso, ha ricordato un episodio: “Era il periodo della grande bolla speculativa sulla new economy. In una cena seduto accanto a me c’era una sorta di guru della qualità e dell’eccellenza che veniva da Berkeley. Mi spiegò come l’autorealizzazione passasse sempre per la comprensione della propria ‘attitud’. Entrai in crisi. Poi l’azienda decise di mandarmi in Brasile e capii che la mia attitud è il cambiamento, far cambiare le cose”. Un’attitudine che per Patuano è diventato uno stile lavorativo: è da quattro anni Ad di Telecom Italia di Telecom Italia, dove ha iniziato la sua carriera nel 1990 alla Direzione Generale dell’allora Sip, prima tappa di un lungo percorso che l’ha visto per anni in America Latina, prima in Tim Brasil e poi nella Telecom Argentina. È stato il primo ad aver introdotto in Italia il “Twitter Time”, question time su Twitter. Unico, tra i top manager, a esser presente su questo social dal 2011 con un profilo istituzionale certificato. Nel confronto con il grande giornalista, Patuano non si fa sfuggire l’occasione per dire la sua sul caso Grecia: “Si deve partire dal concetto che i numeri del debito greco erano falsi. Tutti sappiamo che il debito della Grecia è insostenibile. Nessuno di noi vuole penalizzare il popolo greco, ma il resto della comunità internazionale non può farsi carico dei problemi strutturali di un paese. I debiti si pagano. Se salviamo la Grecia e non andiamo però a cambiare come è strutturata ci prendiamo solo in giro”.