Jacopo Brugalossi
Comportarsi da “buon samaritano” non paga. Anzi, costa. Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento comunale sugli oggetti smarriti, infatti, per ottenere il possesso di un oggetto ritrovato e non reclamato dal legittimo proprietario entro i termini previsti bisognerà pagare una tassa. Ma anche quest’ultimo, qualora dimostri di essere effettivamente il titolare di un determinato bene smarrito, dovrà pagare una certa somma per poterlo riportare a casa.
Il regolamento – E’ quanto ha stabilito la giunta comunale di Spoleto con la delibera numero 290 dell’11 ottobre 2012, pubblicata solo tre giorni fa all’albo pretorio online dell’ente. Nella prima parte, il regolamento stabilisce la procedura standard sulla catalogazione di tutti gli oggetti pervenuti al competente ufficio, che ad eccezione di chiavi, sciarpe, libri e cose prive di valore come penne, pettini, foto o agendine, dovranno essere annotati su di un apposito registro numerato, specificando la data e le circostanze del ritrovamento. Il denaro e gli oggetti di valore (gioielli, orologi, macchine fotografiche, ecc.) saranno conservati in un’apposita cassaforte sotto la diretta custodia del responsabile del servizio. Le norme di sicurezza prevedono inoltre che l’eventuale accettazione di armi, munizioni ed esplosivi sia di esclusiva pertinenza dell’autorità di pubblica sicurezza competente per territorio, e che il Comune debba sempre verificare il contenuto dell’oggetto depositato, procedendo anche, qualora fosse necessario, all’apertura di borse e valigie chiuse a chiave, al fine di eliminare il pericolo di deposito presso l’ente di materiali o sostanze pericolose.
Proprietario e reperitore – Sarà cura della stessa amministrazione, tramite pubblicazione dell’avviso all’albo pretorio online, dare comunicazione del ritrovamento di un determinato oggetto. Trascorso un anno dall’ultimo giorno di pubblicazione senza che alcuno si sia presentato per reclamarlo, quest’ultimo sarà a disposizione di colui che lo ha ritrovato e consegnato all’ufficio, presso cui dovrà presentarsi entro 90 giorni per il ritiro.
Il tariffario – Tanto il legittimo proprietario che il reperitore, però, dovranno presentarsi agli oggetti smarriti col contante in mano. Già, perché il nuovo regolamento stila un vero e proprio tariffario per il recupero degli oggetti smarriti. Tutti importi minimi, va detto, a titolo di rimborso delle spese di custodia che il Comune ha dovuto sostenere. Un’autoradio costerà al legittimo proprietario 11 euro e a colui che l’ha ritrovata 15. Il proprietario di un ciclomotore funzionante dovrà pagare 22,50 euro, colui che lo ha trovato e consegnato al Comune 26. Diverso il caso di un ciclomotore fatiscente, che il proprietario potrà riportare a casa gratuitamente, mentre rimane difficile pensare che il reperitore sia disposto a sborsare 3,50 euro per un mezzo a cui magari mancano anche le ruote. Passiamo poi ai telefoni cellulari. Non sono previste distinzioni tra un telefonino standard e uno smartphone: portarlo a casa costerà 11 al proprietario e 15 al reperitore (le stesse tariffe sono previste per biciclette, orologi e oggetti in argento). Le cifre cominciano a diventare consistenti solo nel caso di oggetti in oro dal valore superiore a 1033 euro. In questo caso la tariffe per il recupero ammontano a 56,50 e 60 euro. Per le somme di denaro, infine, proprietario e reperitore dovranno pagare il 5% dell’importo smarrito, e comunque mai più di 50 euro.
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