Giovedì scorso nell’ambito delle manifestazioni per la Settimana per il Mondo Unito presso il Cantiere Oberdan, organizzato dall’Associazione di promozione sociale L’Erica, capofila dell’Ats che gestisce questo spazio, è avvenuto un significativo incontro tra gli studenti partecipanti al progetto “ I- City la città siamo noi “ ed una delegazione di giovani appena ritornati da una visita nei territori caldi del conflitto israeliano-palestinese dove hanno incontrato un nutrito gruppo di loro coetanei dei due schieramenti.
Il World United Project è l’ambizioso progetto promosso dai Giovani per un Mondo Unito che si prefigge , come hanno spiegato i protagonisti del viaggio in Terra Santa, che sono anche tra i principali promotori del progetto , di far riconoscere dall’ Unesco la Fraternità universale come un valore umano fondamentale per il futuro , da promuovere e da tutelare al pari dei diritti umani già riconosciuti o del patrimonio architettonico e culturale mondiale.
Il programma del pomeriggio al Cantiere, per gli studenti coinvolti dal progetto di formazione prevedeva la partecipazione a quattro workshops di approfondimento conclusivi del lavoro svolto che con il World United Project condivide lo spirito e l’idealità . Gli studenti partecipanti ai workshops, prima di immergersi nel lavoro laboratoriale , cogliendo l’occasione della loro presenza a Spoleto, hanno appreso dalla viva voce dei componenti della delegazione di ritorno dalla Terra Santa le difficoltà per il conseguimento della pace ma anche il forte desiderio delle generazioni più giovani dei due popoli in guerra di rompere la spirale dell’odio e della violenza, come avvenuto in altre parti del mondo, anche attraverso la intenzione di testimoniare in prima persona nel concreto e di diffondere con comportamenti coerenti un’autentica cultura della fraternità.
A conclusione dell’intervento dei giovani testimonials del World United Project si sono aperti i lavori dei workshops che hanno concluso l’esperienza di formazione ad una cittadinanza più consapevole, compiuta nell’anno scolastico che sta per concludersi, attraverso il progetto “ I-City la città siamo noi “, elaborato dal Cantiere Oberdan e gestito dalle Associazioni l’Erica e La Mama Umbria , che ha visto coinvolte alcune classi di tre Istituti Superiori della nostra città . Il tema centrale sia nei corsi che nei workshop trattato è stata la Città intesa come luogo fisico strutturato di cui si sono analizzate le componenti fisiche ed il funzionamento, come luogo culturale che evidenzia i valori dominanti, come luogo dello scambio e della comunicazione sociale, nei suoi rapporti con il mondo dell’economia e con il sistema dei media. I tempi di esposizione dell’esperienza, ha indotto i responsabili del progetto I-city e del pomeriggio di studio ad attivare due dei quattro workshop programmati che sono stati seguiti con grande interesse e partecipazione .
Venerdì scorso un nutritissimo gruppo di appassionati ha presenziato al concerto organizzato da “'Spoleto Back Beat “ svoltosi sempre presso il Cantiere Oberdan per rievocare ed omaggiare l’opera di Frank Zappa, mitica figura del musicista e compositore dell’avanguardia e della sperimentazione rock, nel ventesimo anniversario della sua scomparsa. Protagonista del concerto dedicato a Frank Zappa, è stata la band torinese degli ‘Ossi Duri’, gruppo interprete per eccellenza della musica del maestro di Baltimora.
Inserito nell’ambito della campagna avviata dalla Lega per l’ Ambiente di Spoleto per promuovere la bellezza come valore e facente parte degli eventi programmati per la “Prima-Vera Stagione “ del Cantiere Oberdan l’evento, nelle intenzioni dei promotori, ha avuto lo scopo di ribadire la necessità di promuovere occasioni e momenti nella città di Spoleto per approfondire la fruizione e la conoscenza della cultura musicale contemporanea, nell’ottica di un confronto intergenerazionale che ha come scopo quello di stimolare la creatività giovanile nel campo musicale e non solo .
Ascoltare gli Ossi Duri, che di Zappa sono gli interpreti italiani più accreditati e riconosciuti, è stata una occasione davvero speciale per tutti i fans storici e nuovi del musicista scomparso e per i cultori del Rock .Per i più avanti nell’età, che della musica di Franz Zappa si sono nutriti, e per questo si sentono ancora vivi e niente affatto pacificati, è stata forse il modo migliore per riandare con il ricordo ai tempi d’oro della gioventù, quando proiettavano nelle sonorità della muova musica d’importazione l’aspirazione ad una vita libera, non condizionata da schemi e convenzione, intensamente vissuta secondo le idealità proprio di quella periodo; per i giovanissimi, invece, è stata un’occasione per conoscere dal vivo le sonorità che hanno elettrizzato, emozionato ed acceso l’immaginazione dei loro padri e madri .